19 Settembre 2018 - 17:35

Tommaso Paradiso, nuovo Re Mida della musica italiana

Collaborazioni importanti e pezzi costantemente al top delle classifiche di vendita. E’ questo il riassunto del nome di Tommaso Paradiso, che tra spontaneità ed inventiva si è imposto come uno degli autori più prolifici del panorama musicale nostrano

Fiumicino, Riccione, New York. Nomi di città molto comuni e note che, pur essendo posizionate a distanze e latitudini molto differenti le une rispetto alle altre, negli ultimi tempi sono state accomunate dal fatto di trovarsi raccolte nell’enorme calderone digitale di click e citazioni messe a cornice di altrettante foto pubblicate sui social. Il motivo?? Il semplice fatto di essere associate a diversi ritmi musicali che ultimamente tutti noi ci siamo ritrovati a canticchiare almeno una volta sotto la doccia o in attesa che scattasse il verde del semaforo all’angolo.

Che i riferimenti riproposti dai suddetti post rintracciabili online parlino di tre gin bevuti in attesa di una felicità vacua e lasciva, o di storie d’amore finite male, la mano, e la mente, a capo di tutte le narrazioni in questione è sempre la stessa: quella di Tommaso Paradiso, cantautore e leader del trio Thegiornalisti balzati nel giro degli ultimi due anni agli onori della cronaca per la sempre più stabile permanenza nelle zone alte delle classifiche di vendita italiane.

Un successo probabilmente dovuto ad un sound spesso vintage e quasi ipnotico, il quale però ben si sposa con le parole stese dallo stesso Tommaso, che partendo dal profilo basso del movimento indie capitolino, è riuscito in brevissimo tempo ad imporsi come un vero e proprio Re Mida della musica pop nostrana trasformando in oro, e soprattutto platino, tutti i fogli bianchi su cui la sua penna è stata in grado di mettere mano. “Sold out”, “Completamente” o la stessa “Riccione” citata ad inizio articolo, sono solo alcuni dei tanti successi firmati dall’artista laziale che in brevissimo tempo è entrato a gamba tesa anche in altri progetti, prestando la sua creatività a colleghi come Fabri Fibra, Francesca Michielin, per la stesura di “… E se c’era”Gianni Morandi, sotto la cui ala protettrice ha calcato il palco dell’Ariston di Sanremo, Giusy Ferreri, Elisa, e tanti altri che si sommano anche alla breve digressione cinematografica in cui il cantautore barbuto ha curato la stesura della colonna sonora per il film “Poveri ma ricchissimi”.

Ma quale può essere il segreto di tutto questo successo? Probabilmente tutto si riduce a due sole parole: spontaneità ed intuizione. 

Se nel secondo caso il discorso può essere facilmente attaccabile perchè sintetizzato con la capacità intuitiva, e magari anche studiata, di trovare sempre  la formula giusta tramite cui fondere le parole scritte con il ritmo, che molto spesso attinge a sonorità oldies martellanti per creare ritornelli e refrain che si stampano immediatamente nella testa di ogni ascoltatore, il concetto di spontaneità, invece, non può che essere qualcosa di innato. E totalmente inattaccabile.

La romanità di nascita, in quanto originario del quartiere Prati, la lazialità calcistica, perchè sostenitore della “prima squadra della capitale”, ed una formazione classica terminata con una laurea in Filosofia appesa al muro e la comparsa della tipica barba socratica sul volto, infatti, sono solo alcune delle peculiarità di un artista che, a dispetto dei tour e delle ospitate televisive, è più simile ad ognuno di noi di quanto possa sembrare. Fattori emblematici in tal senso sono rappresentati dalle storie a tema fantacalcio postate su Instagram, o dalla passione sfrenata per i film di Verdone, per  Vasco, gli Oasis e per Venditti, i cui elementi caratteristici ritornano spesso in diverse composizioni del Tommasone nazionale.

A tutto questo background tipicamente “nazional popolare” probabilmente si somma una capacità, per nulla scontata e banale, di riuscire a mettere su carta quella che potrebbe essere la quotidianità di ognuno di noi, trascorsa tra la birra di troppo al pub o delle domeniche ad innaffiare le piante avendo negli occhi il ricordo della nazionale trionfatrice al mondiale del 2006. Tommaso Paradiso scrive in modo semplice, chiaro, diretto e probabilmente dando voce a quello che molti suoi coetanei pensano e vorrebbero esprimere a loro volta, magari proprio passeggiando sotto il sole di New York che incontra quello degli arenili di Riccione. E farsi comprendere con la semplicità non è mai una cosa semplice.

 

 

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