Vaccino Covid: servirà la terza dose? Fda boccia Pfizer
In Italia è in corso uno studio multicentrico sulla risposta anticorpale del vaccino anti-Covid che stabilirà la necessità di una terza dose
Mentre in Francia è già prassi da Aprile somministrarla a pazienti che presentano un particolare quadro immunitario (sui trapiantati uno studio ne ha dimostrato un’efficacia pari al 68%) e in Gran Bretagna si comincerà da settembre, abbinandola con tutta probabilità alla vaccinazione anti-influenzale, in Italia è in corso uno studio multicentrico sulla risposta anticorpale innescata dalle due inoculazioni di vaccino anti-Covid, che porterà a stabilire se sarà necessaria, con che tempistiche e a quali condizioni cliniche, una terza dose di vaccino.
Lo studio, che vede in prima linea i centri Ospedaliero-Universitari di Palermo, Genova, Foggia, Roma, Bologna e Padova, è basato su un campione di 3000 persone le quali vengono sottoposte a quattro prelievi: il primo prima della vaccinazione, il secondo un mese dopo il completamento del ciclo vaccinale, il terzo dopo sei mesi e il quarto dopo un anno. I primi risultati sulla risposta anti-corpale della doppia dose di vaccino dovrebbero arrivare entro la fine dell’estate.
Terza inoculazione vaccino anti-Covid: quando e a chi
Qualora venisse ratificata la necessità di una terza dose di vaccino, per la quale il colosso Pfizer-BionTech presenterà in breve richiesta agli enti regolatori, essa potrebbe essere somministrata tra l’autunno e l’inverno ma solo a persone che presentano un particolare quadro clinico:
“Risposte certe sulla durata dell’immunità non ce ne sono”, ha spiegato Guido Rasi, ex direttore dell’Agenzia Europea dei Medicinali e consulente del Commissario Straordinario per l’emergenza Figliuolo: “Tuttavia, una nuova vaccinazione di massa potrebbe non servire in quanto, nei vaccinati e nei guariti da Covid, i linfociti B di memoria a contatto col virus si attivano comunque, a prescindere da quanti anticorpi siano presenti nel sistema immunitario.“. In definitiva, dunque, la terza dose di vaccino anti-Covid potrebbe rivelarsi necessaria solo in caso di pazienti sottoposti a terapie cortisoniche, dializzati o immunodepressi.
Sul nodo risorse, Figliuolo rassicura: “Aspettiamo le risposte della comunità scientifica. Noi siamo pronti. Con il Ministero della Salute abbiamo già posto in essere diverse opzioni di acquisto, quindi le dosi ci saranno“. Ma una eventuale nuova inoculazione, potrebbe non vedere coinvolti i medici di base, come denuncia Ludovico Abaticchio presidente del Sindacato Medici italiani (Smi): “Abbiamo vissuto una situazione drammatica dal punto di vista operativo e organizzativo, la distribuzione delle dosi è stata improvvisata, chi ne ha avute tante, chi poche” .
“Alla luce di questo e dei nostri impegni extra-Covid”, afferenti soprattutto alla necessità di trattare malattie croniche e operare diagnosi precoci, “l’eventuale assegnazione della terza dose ai medici di medicina generale non potrà essere garantita”.
La nota Fda
Anche la Food and Drug Administration (Fda), principale regolatore Usa, si dice pronto a “nuove dosi di vaccino, se e quando la scienza dimostrerà che sono necessarie”, ma in una nota congiunta con il Center Diseas Control and Prevention (CDC) fa sapere che “i cittadini americani che hanno completato il ciclo vaccinale in questo momento non hanno bisogno di una terza dose“, già respingendo di fatto la richiesta avanzata da Pfizer-BionTech.
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