Domenica sera è morta a Stoccolma l’attrice svedese Bibi Andersson. Aveva 83 anni, la sua carriera era iniziata da giovanissima. Una vita trascorsa davanti alla macchina da presa e diverse sono state le collaborazioni con registi di fama internazionale. Tra tutti Ingmar Bergman che la scelse come protagonista nei due celebri film Il posto delle fragole e Il settimo figlio, a donarle la notorietà fu Persona (1966) che rappresentò per lei un vero e proprio trampolino di lancio.
Bibi prestò il suo volto in altri 11 film di Bergman, ma non fu l’unico a dirigerla. Infatti l’attrice recitò anche per John Huston e Robert Altman. Anche il cinema italiano si accorse di lei, lavorò con Alberto Sordi, Sergio Gobbi e Marco Belocchio.
Nel corso della sua carriera Bibi Andersson ottenne diversi riconoscimenti. Al Festival di Cannes del 1958 ne uscì pluripremiata grazie al ruolo svolto in Alle soglie della vita. Nel 1963 vinse l’Orso d’argento al Festival di Berlino, grazie alla pellicola L’amante di Vilgot Sjöman.
Bibi Andersson rappresenta una delle maschere naturalistiche del cinema svedese e ha lasciato a livello mondiale un segno indelebile nella cinematografia di ieri, gettando le basi per quella di oggi. Le sue performance attoriali hanno saputo ben declinare l’aspetto meno delicato e più crudo della vita, fornendone sempre una panoramica oggettiva, ma non per questo meno toccante.
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