E’ decollato da Addis Abeba (Etiopia), lo scorso 10 marzo, il Boeing 737 che è precipitato sei minuti dopo il decollo. L’areo della compagnia Ethiopian Airlines era diretto a Nairobi (Kenya). Le 157 persone a bordo, tra cui 8 italiane, sono tutte morte.
Il CEO della compagnia aerea ha dichiarato che il pilota, accortosi dei problemi tecnici, avrebbe richiesto di tornare indietro. Lo stesso ha affermato che ancora non si può sapere se sia stato tentato un atterraggio di emergenza. Al momento, sono in corso le indagini per reperire la scatola nera e chiarire le dinamiche dell’incidente.
Non c’è stato alcun superstite tra le 157 persone a bordo. Secondo quanto riportato dal direttore di Ethiopian Airlines, i passeggeri erano soprattutto provenienti dal Kenya, ma vi erano anche canadesi, etiopi, cinesi, statunitensi, britannici, italiani e francesi. Alcuni, inoltre, lavorano per le Nazioni Unite e si stavano dirigendo alla quarta Assemblea dell’ONU sull’ambiente che avrebbe avuto luogo nella giornata di lunedì, a Nairobi.
Max Kingsley-Jones, giornalista del sito Flight Global, ha riferito a BBC News che Ethiopian Airlines è reputata la più affidabile compagnia aerea africana. Il Boeing 737 Max che è precipitato, tra l’altro, era nuovo e guidato da un pilota esperto.
Cinque mesi fa, un aereo dello stesso tipo cadde in Indonesia, pochi minuti dopo il decollo. Il bilancio delle vittime, in quell’occasione, fu di 189 persone. Pur non essendoci prove che i due incidenti abbiano le stesse cause, la compagnia etiope ha ritirato tutti i 737 Max 8. Anche la Cina ha sospeso i voli degli aerei di tale modello.
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