Questa mattina, i Carabinieri del Comando Gruppo per la Tutela Ambientale, in esecuzione di decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore, hanno proceduto al sequestro di una azienda conserviera, il cui legale rappresentante è ritenuto responsabile dei reati di cui all’art. 29 quaterdecies del Testo Unico Ambientale.
In particolare, le indagini, espletate dai Carabinieri del NOE di Salerno e Napoli, che si sono avvalsi della collaborazione tecnica dell’ARPAC, coordinate dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore hanno permesso di accertare che l’attività di produzione di conserve SICA s.r.l. di Pagani (SA) si svolgeva in violazione delle prescrizioni previste dall’atto autorizzativo.
Il provvedimento cautelare segue all’accertamento delle evidenti violazioni di carattere ambientale riscontrate dai militari del NOE di Salerno e Napoli, che nel corso delle ripetute ispezioni, avevano appurato che l’azienda, operante nel settore della produzione del pomodoro, non osservava le prescrizioni relative agli scarichi idrici, superando i limiti previsti dalla normativa di settore, con riferimento a numerosi parametri, con grave rischio di inquinamento del fiume Sarno, attraverso confluenza nello stesso dei predetti reflui industriali.
Il sequestro preventivo dell’azienda, secondo quanto ritenuto dai Giudici delle Indagini Preliminari di Nocera Inferiore, si è reso necessario al fine di evitare la compromissione ulteriore dell’ambiente circostante e del fiume Sarno in particolare.
Il sequestro preventivo, operato in data odierna, si inserisce in una più ampia e articolata attività investigativa condotta in modo capillare dai Carabinieri del Comando Tutela Ambientale, avvalendosi della collaborazione tecnica dell’ARPAC, e tutt’ora in corso di svolgimento, sotto il coordinamento delle Procure di Avellino, Torre Annunziata e Nocera Inferiore, finalizzata ad accertare le cause dell’inquinamento del fiume Sarno e dei suoi tributari, avente ad oggetto le aziende ubicate nel territorio del bacino idrografico di detto corso d’acqua e ricadente nei circondari delle suddette Procure, al fine di individuare gli scarichi abusivi dei reflui industriali recapitanti direttamente e indirettamente nel fiume Sarno ed interrompere le attività illecite che influiscono sullo stato di salute di detto corso d’acqua, senza peraltro trascurare il rilevante impatto provocato dagli scarichi fecali di quei Comuni, tutt’ora privi di rete fognaria e/o non collettati ai depuratori esistenti.
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