La partita vera si giocherà domani, quando il dossier Autostrade arriverà in Consiglio dei Ministri, ma le recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rese al quotidiano La Stampa, dimenticato ogni spirito di negoziazione, sembrano suggerire uno scenario irremovibile, quello della revoca delle concessioni ai Benetton: “I Benetton non hanno ancora capito che questo Governo non è disposto a sacrificare il bene pubblico sull’altare degli interessi privati (…) Hanno beneficiato di condizioni irragionevolmente favorevoli per loro: può bastare così“.
Sulla questione, tuttavia, la maggioranza mantiene barricate opposte: se il Movimento 5 Stelle spinge per avere i Benetton fuori da Aspi (e con loro anche Liberi e Uguali) più cauti rimangono Pd e Italia Viva che chiederebbero un ridimensionamento delle quote dei Benetton in Aspi (ma la proposta della controparte di passare dall’88% al 40% non è giudicata sufficiente).
Se il Premier Conte anche domani in aula dovesse mostrare lo stesso pugno duro, ai Benetton (che avevano proposto anche un abbassamento delle quote autostradali pari al 5%) non resterebbe che cedere tutte le loro azioni in Aspi e contrattare condizioni finanziare favorevoli che non lo facciano sembrare un vero e proprio esproprio.
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