L’endorsement di Giuseppe Conte a Roberto Gualtieri scatena e divide il gruppo dei Cinque Stelle. “Se andiamo avanti così, possiamo chiedere di votare direttamente il Pd al primo turno”, afferma un esponente del Movimento. E ancora: “Chissà se andremo a brindare lunedì dopo il voto”, “come possiamo invocare la coerenza con chi ci ha sostenuto al primo turno?”, domanda un altro pentastellato.
I malumori sono evidenti , specie alla Camera, dove i rumors sull’addio di 20-30 deputati prima di fine anno si fanno più insistenti. C’è chi come Giulia Grillo, manifesta apertamente i suoi dubbi. Secondo l’ex ministra “Si rischia di andare a traino del Pd, di non avere un’identità. Grillo all’Adnkronos parla di «appiattimento palese” nei confronti dei dem. E rilancia: “Ci vuole un progetto di ricostruzione a livello politico. Se c’è un progetto forte, in cui ci si riconosce tutti, questo sfaldamento non avverrà; ma se si continua col procrastinare le decisioni importanti, alla fine il rischio concreto di non riconoscersi più in un progetto per cui spendersi, c’è”. “Basta rinvii”, esorta Vincenzo Spadafora. L’ala più vicina a Raggi cerca di non turbare la tregua che c’è nel Movimento fino al ballottaggio (mentre i 4 consiglieri dissidenti della giunta Raggi appoggiano Gualtieri). Una situazione di tensione che si presenta ormai a poche ore dal voto per la Capitale.
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