DonnaZon, l’intervista del mese: Enrie Scielzo si racconta

E’ la modella transgender e celebre fashion blogger Enrie Scielzo la protagonista del primo numero di DonnaZon

Divanetti bianchi, jeans e maglietta nera. La protagonista del mese è pronta a mettere nero su bianco tutta se stessa, tutto ciò che è stato, che è oggi e sarà domani. Lei era Enrico, laurea con lode in Lingue e Culture Straniere, poi modello androgino. Oggi è Enrie, Enrie Scielzo, modella transgender italiana e celebre fashion blogger. The LadyBoy nasce nel 2014 ed è il primo blog di moda e bellezza al mondo dedicato all’universo transgender. Oggi conta migliaia di followers. Un punto di riferimento per tutti, uomini, donne, ragazze e ragazzi in cerca di una risposta al “Cosa c’è che non va in me, perchè sono diverso?” Complimenti per il tuo blog, Enrie. Da visitatrice ho immaginato ogni rubrica come un cassetto in cui racchiudi un lato di te, dalla sfera più intima in “Diario di una trans” alle ultima novità in passerella, all’apparire. Come nasce e chi è Lady Boy? Mi è piaciuta la metafora dei cassetti. Forse dovrei mettere un po’ in ordine, come nella mia camera (ride). LadyBoy nasce da una sventura: lavoravo come modello androgino ed iniziavo a lanciarmi nel mondo internazionale quando mi sono rotta una gamba e ho subito un delicato intervento. Durante quei mesi di riposo ho deciso di mettermi al pc e dedicare le mie energie agli altri, per offrire un luogo di dialogo e di confronto sulla transizione e tutto ciò che comporta. 30 anni tra pochi giorni e alle spalle un cammino complesso. Oggi sei felice? Non sono realizzata in tutto ma purtroppo o per fortuna noi trans abbiamo altre priorità:  lavorare su noi stessi quotidianamente. Sto lavorando per come vorrò essere un domani. Sì, sono felice di ciò che sto facendo. In uno degli ultimi articoli scrivi: “Non è ciò che sei fuori a renderti femmina, perché femmina nasci, lo sei nella testa e nell’anima”. Quali sono state le difficoltà iniziali nel far conoscere al mondo la vera Enrie? Non credo di aver avuto grosse difficoltà. Ho sempre avuto un lato estetico eccentrico. Non ho mai nascosto il mio lato femminile. Poi arrivi a un punto in cui non ti basta più, il problema è quando torni a casa e torni uomo. E lì nasce il desiderio di transitare. Non stavo bene con me stessa quando tornavo a casa. Era una discrepanza tra esterno e interno troppo pesante da sopportare. Inoltre, vorrei lanciare un messaggio: si diventa trans per diventare donna, non per raggiungere la perfezione assoluta. Sono contro l’esasperazione del transessuale. Parola d’ordine naturalità. Ma quanto costa essere un trans? Tantissimo. E’ allucinante quanto si spenda tra pratiche legali e operazioni sanitarie. Proprio in questi giorni sono in attesa della sentenza del cambiamento di documenti. Lo Stato ti paga sì l’intervento di attribuzione del sesso ma non sovvenziona gli ormoni necessari. A noi spetterebbero gli ormoni di diritto. Secondo me è assurda tale discrasia. Quali sono i tre segreti per amare te stessa? Quando lo scoprirò te lo svelerò (ride). Non mi sono interessata a Enrico. Mai amata abbastanza per avere ambizioni “da Enrico”. Ora inizio a amarmi, a fare più cose, essere un punto di riferimento. Per cui ti rispondo: rispettarsi, discernere il bene dal male ed eliminare la negatività. Ritornando al blog, la tua icona di stile? Kate Moss senza alcun dubbio. Interpreta bene tutto ciò che indossa. Kate è l’emblema dello stile camaleontico. E’ lei a indossare gli abiti e non gli abiti a vestire lei. Anche io adoro il fusion. Lo stile è l’arte di essere sé stessi. Quando al mattino ti alzi e scegli cosa indossare stai già decidendo cosa comunicare al mondo. Sul blog ci hai recentemente annunciato il ritorno degli anni 70 per la stagione autunno/inverno 2017. Arrivano i jeans a zampa e il patchwork. Il ritorno della tristezza, insomma. Una decade che non preferisco. Il ritorno del brutto. Corsi e ricorsi storici. Ultima domanda: il tuo capo preferito? Shorts e jeans. Ne ho più di 20 paia, li adoro!
Redazione ZON

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