Politica

Europa: la solidarietà a parole indebolisce sempre di più l’UE

Europa, le posizione del Ministro tedesco Seehofer mettono a rischio l’organizzazione. Quale futuro per il Vecchio Continente?

E’ bastato il primo tema spinoso per mostrare tutta la debolezza di un’Europa sempre più nel caos.

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Con la questione migranti ancora sul tavolo – caratterizzata da evidenti posizioni discordanti tra e nei singoli Paesi – l’impianto concepito a Roma nel 1957 tende sempre più ad indebolirsi.

Nella situazione attuale, a ridosso della semestre austriaco alla Presidenza del Consiglio UE, sembra quasi che l’Europa attuale navighi a vista su un tema che non solo è in grado di mettere in discussione l’organizzazione ma anche la tanto ricercata stabilità dettata dai diversi governi bipartisan sparsi per il vecchio continente.

A dare il colpo di grazia all’intero impianto è senza dubbio la posizione del Ministro deli Interni tedesco Seehofer che, dopo aver minacciato per due volte le dimissioni dopo l’accordo sull’immigrazione, sta mettendo totalmente in discussione il Governo formato da Angela Merkel.

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Questo episodio, l’ennesimo in questo periodo in uno Stato dell’Europa, porta ad una duplice riflessione che – ancora una volta – contempla l’inadeguatezza dell’organizzazione stessa.

Dal punto di vista continentale, oltre alla sistematica violazione del principio Pacta Sunt Servanda con conseguente generazione di consuetudini internazionali (che equivalgono a legge nel diritto internazionale), è evidente come un’Europa così come disegnata attualmente non ha alcun senso.

I Paesi di Visegrad da un lato, quelli portanti (Germania su tutti) alle prese con difficoltà interne che sovvertono la politica degli ultimi anni dall’altro e il caos totale nelle scelte degli altri (Italia compresa) rendono sempre più questa Europa un soggetto allo sbaraglio e senza alcun tipo di idea.

A questo, inoltre, si associa la questione interna in cui gli Stati – Nazione, tutti nessuno escluso, hanno compromesso qualsiasi tipo di funzionamento internazionale.

In sostanza, con tutti gli interpreti nazionali a smarcarsi (in maniera differente e con toni totalmente diversi fra loro) sulla questione sembra quasi che ognuno cerchi di far la voce grossa quanto più possibile in modo da influenzare le decisioni future.

L’elemento, diretta conseguenza della prima problematica, ha il merito di mettere in mostra quanto si cerchi in ogni modo di salvaguardare il proprio orto inneggiando ad una solidarietà – fra Nazioni – che in fondo forse non c’è mai stata.

Redazione ZON

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