Che la politica mondiale stia vivendo un profondo cambiamento, soprattutto negli ultimi mesi, è cosa nota. Che lo stia vivendo anche la natura sociale dell’Europa, anche. Dopo la rivolta in Francia dei gilet gialli, anche a Bruxelles, “patria” dell’Europa, si sta consumando un’ulteriore rivoluzione. E, questa volta, parte dall’estrema destra. Ed ha come destinatario il Global Compact.
La polizia, infatti, è intervenuta oggi a Bruxelles per fermare gli scontri scoppiati dopo una manifestazione contro il patto ONU sull’immigrazione. Le forze di sicurezza hanno usato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua dopo che alcuni manifestanti hanno lanciato pietre e altri oggetti nell’edificio della Commissione Europea in città.
La manifestazione è stata denominata, in maniera alquanto identitaria, “Marcia Contro Marrakech“. Ad essa, hanno aderito circa 5.500 persone, dopo l’approvazione del Global Compact, avvenuta nella città marocchina lunedì scorso.
Secondo quanto riferito, i manifestanti chiedevano priorità per “il nostro popolo”, per le frontiere chiuse e per le dimissioni del primo ministro Charles Michel. I gruppi fiamminghi di destra hanno organizzato la manifestazione.
I gruppi di sinistra hanno organizzato una contro-manifestazione che ha richiamato circa 1.000 persone nelle strade, ma hanno tenuto le distanze dai manifestanti rivali. La domanda legittima, però, è ben altra. In una società che pian piano si sta riscoprendo sempre più retrograda, specchio anche della mentalità politica che sta compiendo un passo di 100 anni indietro, che valore assume una rivoluzione contro i diritti umani sanciti dall’ONU?
Nessuno ha mai sostenuto che il Global Compact non vada revisionato. Le circostanze sociali attuali, figlie di una percezione errata dell’immigrazione, impongono una vera e propria redistribuzione equa degli immigrati da accogliere per ciascun Paese. Ma un conto è protestare per delle leggi che effettivamente non funzionano, un conto è prendersela con un caposaldo dell’Europa sociale odierna.
Il trattato incoraggia le imprese di tutto il mondo a creare un quadro economico, sociale ed ambientale atto a promuovere un’economia mondiale sana, a preservare dalla tirannia sociale un mondo sempre più arrivista. Se c’è, effettivamente, un ultimo baluardo per quanto riguarda i diritti sociali e umanitari, quello è il trattato europeo.
Il fatto che protagonista della rivoluzione sia un vero e proprio paladino dei diritti umani è indice di quanto la politica abbia influenzato negativamente il carattere sociale della gente comune. Se vogliamo preservare ancora un briciolo di umanità, allora, il Global Compact è essenziale.
In barba alla politica sovranista e fortemente razzista che sta pervadendo questi tempi. Per evitare un ritorno a quell’epoca che, cento anni fa, devastò completamente l’Europa.
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