E’ il suo terzo giorno in carcere, e Matteo Messina Denaro rilascia già le prime dichiarazioni che suscitano subito scalpore, ma anche tanta rabbia ed indignazione. “Precedenti? Fino a stanotte ero incensurato. Poi non so che è successo”, avrebbe risposto il boss chi gli chiedeva i suoi precedenti per la compilazione della scheda anagrafica in carcere.
Denaro, arrestato lunedì, si trova in regime di 41 bis in una delle celle singole, grande poco più di dieci metri quadrati, del supercarcere dell‘Aquila Le Costarelle. Nelle prossime ore, all’interno del carcere, comincerà la chemioterapia in una stanza ad hoc adibita a infermeria.
Il boss di Castelvetrano apparirebbe tranquillo, fin dall’aresto avvenuto nella clinica privata in cui si curava, a Palermo, dopo oltre 30 anni di latitanza.
A una domanda sulla residenza avrebbe detto sorridendo di non averne mai avuta una. E in carcere Messina Denaro non avrebbe chiesto giornali, libri né altro. All’aeroporto di Boccadifalco il boss avrebbe anche solo chiesto carta e penna per scrivere un appunto: “I carabinieri del Ros e del Gis mi hanno trattato con grande umanità”.
Sua nipote, Lorenza Guttadaura, sarà il suo legale di fiducia. Il primo “impegno” processuale di Messina Denaro è in programma domani, quando si terrà, nell’aula bunker di Caltanissetta, un’udienza in cui è imputato per le stragi mafiose del ’92, di Capaci e Via D’Amelio.
Tra oggi e domani si terrà verrà invece interrogato Giovanni Luppino, 59 anni, l’uomo arrestato lunedì mattina insieme con il boss. L’uomo, agricoltore e incensurato, è l’uomo che aveva accompagnato l’ex latitante in auto alla clinica Maddalena di Palermo.
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