Milan, slitta la cessione

Milan, slitta la cessione. Il passaggio del club rossonero a Sino Europe Sport si fa più difficile ed è lo stesso Presidente Berlusconi ad alimentare la confusione con dichiarazioni che dicono tutto e il contrario di tutto

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Milan, slitta la cessione a Sino Europe Sports. Ogni volta che si avvicina il termine per il definitivo passaggio di proprietà del Milan arrivano sempre nuove dichiarazioni a smentire quanto detto in precedenza. Ad alimentare il fuoco dell’incertezza sta contribuendo il più improbabile del fomentatori, Silvio Berlusconi, che ha messo nuovamente dei limiti per la cessione del club che ha guidato per 30 anni.

“Ci sono visti e autorizzazioni che devono essere rilasciati dal governo cinese. Ci hanno dato assicurazione dell’esistenza di questi capitali, ma stanno anche loro attendendo che ci siano queste autorizzazioni. Se non arrivassero in tempo io credo che potremmo spostare il closing di un tempo però limitato, un mese, un mese e mezzo, non di più”.

La cordata cinese guidata da Sino Europe Sports più volte annunciato, smentito, annunciato ancora, e successivamente congelato, la tanto attesa cessione, ma è la prima volta che Berlusconi mette in campo degli ostacoli “abbiamo assicurazioni molto precise e valide anche dalle banche che il 13 si chiuderà. Se per quella data non si sarà concluso, vedremo cosa fare”. Si allontana la cessione e si avvicina sempre di più la possibilità che il Milan rimanga nelle mani di Berlusconi, che aveva addirittura posto la sua permanenza come Presidente Onorario tra le condizioni della cessione, con poteri di veto su cessioni e schemi.

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“È stato molto doloroso rinunciare al Milan, però l’ho sentito come un dovere” ha dichiarato Berlusconi “Nel calcio è cambiato molto, sono entrati i petroldollari, un calciatore, anche avanti di età, lo si paga 94 milioni: una famiglia non può pensare di riportare il Milan nell’Olimpo. L’unica possibilità è quella di rivolgersi ai Paesi emergenti dove ci sono forti capitali. Ma se la cosa non andasse in porto cambieremmo strategia. Punteremmo su un Milan italiano e molto giovane”.

La concessione da parte del Governo di Pechino delle autorizzazioni per l’esportazione dei 420 milioni di euro necessari a completare l’affare, risulta una scusa sempre meno credibile, specialmente se consideriamo che la firma dell’accordo preliminare è stata apposta il 5 agosto. Dopotutto, Berlusconi si è affermato come barzellettiere sulle navi da crociera, e questa potrebbe essere una delle sue storielle divertenti.

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Redazione ZON

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