Alexey Navalny sarebbe stato avvelenato con un agente nervino chimico afferente al gruppo del Novichok. E’ quanto emerge dagli esami tossicologici eseguiti presso l’Ospedale Charitè di Berlino dove l’oppositore russo è ricoverato da qualche tempo.
E mentre la comunità internazionale chiede alla Russia di fare chiarezza urgentemente, non escludendo che si possa decidere per una “reazione adeguata” (leggasi sanzioni), dal Cremlino respingono tutte le accuse di un possibile coinvolgimento del potere centrale nell’avvelenamento di Navalny: “Sceglierei le parole con attenzione quando si parla di accuse contro lo Stato russo, perchè al momento non ci sono accuse, non ci sono motivi per accusare lo Stato Russo”, ha detto il portavoce del Presidente Putin, che poi aggiunge di non capire perchè dovrebbero essere ratificate delle sanzioni: “Certamente, non vorremmo che i nostri partner in Germania e in altri Paesi Europei si precipitassero a fare valutazioni, preferiremmo stabilire un dialogo”.
Sull’avvelenamento di Navalny è intervenuto, come riporta l’agenzia di stampa russa Interfax, anche Serghiei Narishkin, capo dell’intelligence russa all’estero, il quale ha dichiarato di non poter escludere che il presunto avvelenamento di Navalny sia una provocazione dei servizi segreti occidentali.
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