Non mi avete fatto niente è il brano con cui Ermal Meta e Fabrizio Moro parteciperanno alla 68esima edizione del festival di Sanremo. Scopriamo insieme il testo per prepararci al primo ascolto di uno dei pezzi in gara più attesi
“Non mi avete fatto niente” sarà un’esplosione e non una di quelle nate da ordigni rudimentali a base di tritolo e terrore, sarà un’esplosione testuale e musicale cantata, anzi urlata, secondo gli schemi coinvolgenti e sconvolgenti del folk. Fautori e autori di un’impresa tanto nobile quanto coraggiosa sono loro,
Ermal Meta e
Fabrizio Moro. A distanza di un anno dall’ultima partecipazione alla
kermesse canora, i due cantautori uniti dalla passione per le belle parole, tornano in duetto con
Non mi avete fatto niente, un brano con un testo importante che dapprima illustra e
denuncia uno dei più brutali e gravi mali dell’uomo, il terrorismo e poi ne sbeffeggia la paura che esso innesca nell’animo con un ritmo incalzante al quale nessuno di noi potrà resistere. Non sono nuove a
Fabrizio Moro tematiche scottanti strappate alla realtà e prestate alle sette note, infatti nel
2007 aveva convinto tutti con la sua
Pensa, proprio dal palco dell’Ariston aveva raccontato i sacrilegi commessi dalla mafie in un appello corale che lo fece trionfare tra la categoria dei giovani. Lo stesso vale per
Ermal Meta, è nel suo stile mutuare dal proprio trascorso personale temi attuali che possono e devono far riflettere le masse, non a caso l’anno scorso la sua
Vietato morire, dopo essersi piazzata terza tra i big, è divenuta poi manifesto musicale di reazione contro ogni forma di oppressione sia essa fisica o morale. Due cantanti con visioni comuni, due cuori che strabordano di passione e di fame di narrazione. Sarà questa la forza di
Non mi avete fatto niente che al di là della melodia, ha già rubato l’attenzione di tutti per l’imponenza del testo.
Il Cairo, Barcellona, Parigi, Londra, Nizza, tutte le città scelte e colpite dell’orrore del terrorismo vengono citate con i rispettivi attentati, in una maniera così fugace, ma dettagliata, da avere la stessa violenta risonanza di una trivellata. Fa male scorrere le immagini legate ad eventi che hanno inevitabilmente segnato non solo la storia, ma anche e soprattutto le vite di chi non ce l’ha fatta, ma allo stesso tempo è giusto ricordare, parlare, cantare, per far sì che la paura non vinca la voglia di reagire. È questo il messaggio forte lanciato dalla canzone, il coraggio di
guardare avanti e di riprendersi
il diritto di vivere la normalità. Non bisogna spegnere la spia sul problema del terrorismo, perché c’è, esiste e va combattuto con le uniche armi di cui tutti siamo in possesso, queste armi secondo Ermal Meta e Fabrizio Moro
sono gli abbracci, spazi primordiali in cui tutto si origina e si evolve.
Gli abbracci non solo fisici, quelli tangibili, ma anche e soprattutto quelli ideologici, generazionali, quelli che insegnano a non aver paura. Non è difficile immaginare che la stessa esibizione del brano avrà l’aspetto di un abbraccio, quello di Ermal Meta e Moro alla platea di Sanremo e quello più in generale di chi non c’è più, ma continua a vivere in una canzone. Non sappiamo se il duetto riuscirà a raggiungere la vetta del podio e magari sollevare il leoncino d’oro, ma siamo certi e crediamo fortemente che Meta e Moro abbiano già portato a casa il trofeo più valevole di tutti, la stima dei parenti coinvolti negli agguati del terrore. Di seguito il testo così come riportato su
Tv Sorrisi e Canzoni. Ecco il testo
A Il Cairo non sanno che ora è adesso Il sole della Rambla oggi non è lo stesso In Francia c’è un concerto la gente si diverte Qualcuno canta forte Qualcuno grida a morte A Londra piove sempre ma oggi non fa male il cielo non fa sconti neanche a un funerale A Nizza il mare è rosso di fuochi e di vergogna di gente sull’asfalto e sangue nelle fogna E questo corpo enorme che noi chiamiamo Terra ferito nei suoi organi dall’Asia all’Inghilterra galassie di persone disperse nello spazio ma quello più importante è lo spazio di un abbraccio di madri senza figli, di figli senza padri di volti illuminati come muri senza quadri minuti di silenzio spezzati da una voce Non mi avete fatto niente Non mi avete fatto niente Non mi avete tolto niente Questa è la mia vita che va avanti oltre tutto, oltre la gente Non mi avete fatto niente Non mi avete tolto niente Perché tutto va oltre Le vostre inutili guerre C’è chi si fa la croce e chi prega sui tappeti le chiese e le moschee L’immagine è tutti i preti ingressi separati della stessa casa miliardi di persone che sperano in qualcosa Braccia senza mani facce senza nomi scambiamoci la pelle infondo siamo umani perché la nostra vita non è un punto di vista e non esiste bomba pacifista Non mi avete fatto niente Non mi avete tolto niente Questa è la mia vita che va avanti Oltre tutto, oltre la gente Non mi avete fatto niente Non avete avuto niente Perché tutto va oltre le vostre inutili guerre Le vostre inutili guerre Cadranno i grattacieli e le metropolitane i muri di contrasto alzati per il pane ma contro ogni terrore che ostacola il cammino il mondo si rialza Col sorriso di un bambino Col sorriso di un bambino Col sorriso di un bambino Non mi avete fatto niente Non avete avuto niente Perché tutto va oltre le vostre inutili guerre Non mi avete fatto niente Le vostre inutili guerre Non mi avete tolto niente Le vostre inutili guerre Non mi avete fatto niente Le vostre inutili guerre Non avete avuto niente Le vostre inutili guerre Sono consapevole che tutto più non torna La felicità volava Come vola via una bolla Non mi avete fatto niente: l’inno contro i mali dell’uomo di Ermal Meta e Fabrizio Moro