Nello stato dello Utah ci sono circa 10mila persone appartenenti alle comunità di mormoni fondamentalisti che vivono in stato di poliginia.
Da martedì non sarà più reato, è entrata infatti in vigore una legge approvata da Camera e Senato dello stato che la depenalizza, considerandola non più un crimine ma un’infrazione punibile con una multa.
Fino ad oggi nello Utah la poligamia era classificata come un reato di terzo grado, punibile con un massimo di cinque anni di carcere. Ora la legge prevede al massimo multe fino a 750 dollari e lavori socialmente utili.
La bigamia fraudolenta – in cui un individuo ottiene le licenze per sposare più di un coniuge a loro insaputa, o cerca di sposare un/a minorenne senza il suo consenso – rimarrebbe comunque un reato.
Il senatore Deirdre Henderson, sponsor principale del disegno di legge, ha precisato che l’intenzione non è quella di legalizzare la poligamia, ma di abbassare le sanzioni in modo che chi vive nelle comunità poligame ed è vittima possa denunciare senza timore di essere perseguito dalla legge. Sarebbe anche più facile, per i poligami che rispettano la legge, ottenere l’accesso a servizi come l’assistenza medica, l’istruzione o persino l’occupazione.
Gli oppositori della depenalizzazione sostengono che la legge attuale non dovrebbe essere modificata poiché la poligamia è pericolosa e dannosa per le donne e i bambini, in particolare le ragazze, alcune delle quali sono state costrette a sposarsi con uomini più anziani.
La poligamia, scrive Reuters, è un residuo dei primi insegnamenti della “Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni” con base nello Utah, i cui membri nel 1874 erano fuggiti dalle persecuzioni sulla poligamia e si erano insediati nel territorio dello Utah.
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