Solo ventiquattro ore all’elezione dei Presidenti delle due Camere del Parlamento Italiano: il Senato dovrebbe andare alla coalizione di Centro Destra mentre la Camera dei Deputati al Movimento 5 Stelle. Ma il Pd dice no a “soluzioni precostituite”
Ad un giorno dall’elezione dei Presidenti delle due Camere del Parlamento italiano, i giochi sembrerebbero fatti:
alla coalizione di Centro Destra dovrebbe andare la presidenza del Senato, mentre dovrebbe venire dalle fila del Movimento Cinque Stelle il nuovo presidente della Camera dei Deputati. A questo punto mancherebbero solo i nomi: tra i pentastellati, in particolare, rimarrebbero in lizza
Riccardo Fraccaro e Roberto Fico. Non è ancora chiaro, però, se i deputati neoeletti del Movimento saranno già chiamati ad una votazione (che qualcuno non esita a definire prematura) oppure si riuscirà a trovare convergenza su un unico nome.
Il Pd si oppone…
Intanto
il Pd retto da Maurizio
Martina, monco dei renziani della prima ora durante l’ultimo incontro al Nazareno, ha fatto sapere che declinerà l’invito all’incontro congiunto con le altre forze politiche auspicato dal Centro Destra, e che
non darà il suo placet a “soluzioni precostituite”. … Poi corregge il tiro
Questa mattina, però, il capogruppo uscente
Ettore Rosato ha fatto sapere, tramite i microfoni di Radio Capital, che il Pd è disposto a dialogare se si riparte da zero:
“Il comunicato stampa del Centro Destra sembrava dire ‘abbiamo deciso chi si deve prendere il Senato e chi la Camera e ve lo diciamo’. Sarebbe bastato un sms per questo”. Gli fa eco
Guerini:
“Se si riparte da zero, con il criterio ispiratore di dare anzitutto un buon Governo alle Camere del Parlamento, il Pd c’è.”. E LeU?
Intanto
Liberi e Uguali afferma che “non terrà posizioni aventiniane sulla questione delle Camere”. “Siamo stati interpellati e continuiamo a tenere un dialogo bilaterale con l’obiettivo di dare un assetto stabile al Parlamento”.