Era il 28 maggio 190 quando il giornalista Walter Tobagi viene ucciso dalla violenza brigatista. Nell’anniversario del suo omicidio il Presidente della Repubblica ha deciso di omaggiare la sua figura figura, ritenendolo un giornalista “libero, che non si piega davanti alla minaccia, che non rinuncia allo spirito critico nel raccontare la realtà, che vive nel pluralismo”.
Sergio Mattarella ricorda Walter Tobagi con queste parole:“Era un democratico, un riformatore, e questo risultava insopportabile al fanatismo estremista”. Sottolinea poi che “Tobagi è morto giovanissimo. A trentatré anni aveva già dimostrato straordinarie capacità, era leader sindacale dei giornalisti lombardi, aveva al suo attivo studi, saggi storici, indagini di carattere sociale e culturale”.
Per il Presidente della Repubblica il giornalista del Corriere della Sera ucciso 40 anni fa è un simbolo di speranza. “La società è cambiata in questi decenni – scrive Mattarella – ma la sfida della libertà, dell’autonomia, dell’autorevolezza della professione giornalistica è sempre vitale. Il desiderio di scavare nella realtà per portare alla luce elementi nascosti, oltre a essere buon giornalismo, aiuta anche a trovare semi di speranza. Di questo abbiamo bisogno”.
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