Il 1° novembre non c’è scuola e non c’è lavoro, perché ricorre la festività di Ognissanti. Un giorno importante soprattutto per il calendario cristiano che celebra un importante evento, al quale risalgono le origini stesse della festa di oggi.
La solennità di Ognissanti cade il 1° novembre ed è seguita dal 2 di novembre, in cui invece si commemorano i defunti. Le origini legate al giorno dedicato a tutti i Santi risalgono al VII secolo e fanno riferimento ad un accadimento specifico. Tale ricorrenza coincide infatti con la trasformazione del Pantheon di Roma in santuario cristiano, avvenuta ad opera di papa Bonifacio IV. Questo rito offrì poi lo spunto alla chiesa per indire un giorno dedicato a tutti i martiri.
Inizialmente “la festa dei martiri” veniva celebrata il 13 maggio, fu con papà Gregorio III che il giorno slittó al 1° novembre. Questo perché il pontefice in quella data consacrò una cappella a San Pietro contenente le reliquie dei santi apostoli e di tutti i martiri.
Paradossalmente il 1° novembre fa rima anche con la festa di Halloween. Sembra strano, eppure santi, streghe e fantasmi hanno origini comuni. A darne una spiegazione è l’antropologo James Fraser. La festa di Ognissanti si celebrava in Inghilterra, quella popolata dai Celti, la chiesa scelse un giorno per creare continuità con il Samhain.
Il Samhain è l’antica festa di Halloween che allora veniva usata non per fare “dolcetto o scherzetto”, ma per celebrare il nuovo anno. In quell’occasione il popolo britannico ricordava anche i cari defunti, da lì la decisione da parte della chiesa di separare le festività inizialmente collegate.
Il 1° novembre è un giorno molto sentito per i cristiani e precede il 2 novembre. Nel nostro paese è abitudine recarsi al cimitero per onorare i cari con fiori e lumini. Singolare è una tradizione diffusa nel Roero, in Piemonte. I parenti dei defunti si recavano al cimitero lasciando la tavola imbandita a casa questo per dare accesso ai cari estinti in loro assenza. L’arrivo nei cimiteri e di conseguenza l’abbandono delle abitazioni veniva annunciato dal ritocco delle campane, segnale indirizzato ai defunti. Un rito piuttosto insolito, ma di grande impatto simbolico che forse spiega anche l’abitudine tutta anglosassone di riunirsi per mangiare insieme ai funerali.
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