frame dalla sigla di 1994
Il 1994 inizia con un mega-spoiler: Leonardo Notte non è morto.
Il pubblicitario oggi è uno degli uomini di fiducia di Silvio Berlusconi: detta nell’ombra le mosse della sua campagna elettorale e mediatica che, il 28 Marzo dello stesso anno, porterà il leader di Forza Italia al Governo del Paese dopo un confronto televisivo con il primo uomo della Sinistra Achille Occhetto che di lì a poco abdicherà a favore di Massimo D’Alema; ah, sì: il confronto era arbitrato da Enrico Mentana che già a quei tempi si imponeva come un irriducibile maratoneta.
Il confronto televisivo Berlusconi-Occhetto: Mentana era già un insigne maratoneta
Tra le fila degli Azzurri c’è anche l’ex soubrette Veronica Castello che sembra aver trovato in Montecitorio il suo insindacabile palcoscenico, divisa tra i flash dei fotoreporter politici e la fascia di Miss Parlamento.
Veronica questa volta, però, fa sul serio radicalmente intenzionata com’è a togliersi di dosso l’etichetta di ambiziosa mangiatrice di uomini. In un ambiente pesantemente declinato al maschile, Veronica cerca di farsi strada facendo appello alle sue qualità di Donna prima che di Femmina, trovando in alcune colleghe delle alleate che individueranno nel tema della violenza di genere un terreno comune di battaglia.
La svolta femminista della Castello si compie nel segno di tre figure importanti del periodo: Alessandra Mussolini, Anna Finocchiaro e, soprattutto, Irene Pivetti seconda donna eletta Presidente della Camera dei Deputati il 15 Aprile 1994.
Tra finzione e realtà: l’elezione di Irene Pivetti a Presidente della Camera
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