7° Arte: #17 Vertigo – La donna che visse due volte

Il noto celebre regista Alfred Hitchcock nel 1958 acquistò i diritti del romanzo “D’entre les morts” per poter realizzare “Vertigo”. Film il cui titolo è stato tradotto in Italia con “La donna che visse due volte”

Il padre del thriller e della suspance torna nella nostra rubrica sulla Settima Arte. Dopo La Finestra sul Cortile, Hitchcock mette in scena un’altra affascinante pellicola in contrasto con la cultura dei suoi tempi. Sottovalutato infatti, all’epoca, Vertigo fu rivalutato solo circa venti anni dopo grazie agli scritti dello studioso Robin Wood. Fu infatti candidato a solo 2 Premi Oscar senza riuscire a trionfare.

Il vertiginoso confine tra cinema e mondo

Alfred Hitchcock aveva già giocato in passato all’interno del confine tra la realtà e la finzione. Dopo La Finestra sul Cortile lo stesso vale per Vertigo. Pellicola che al suo interno disperde sensazioni e turbazioni che accompagneranno per circa 120′ sia gli spettatori che i protagonisti della vicenda. È ancora una volta James Stewart il protagonista di una pellicola hitchcockiana. Attore statunitense già fortemente apprezzato nel film La Vita è Meravigliosa. Stavolta interpreta John Ferguson, noto agli amici come Scottie. Scottie soffre di vertigini e a causa di questo suo problema si ritrova involontario colpevole della morte di un suo collega. Allontanatosi dalla carriera da poliziotto, si riavvicinerà nel turbinio di mistero e investigazione per aiutare l’amico del college Gavin Elster. Ciò lo porterà a conoscere Madeleine, donna di cui si innamorerà.. Più di una volta.

Cerchi che nascono e muoiono, Hitchcock rimane sempre

Sono infatti elementi come la ciclicità a riproporsi con insistenza nel film di Hitchcock. Quel ciclo che rappresenta il percorso vitale: dalla nascita fino alla morte. Così come la ciclicità degli eventi che caratterizzano la sceneggiatura di Vertigo, un ripercuotersi della dark-love story tra Scottie e le identità di Madeleine. Fa venire i brividi il modo in cui Hitchcock riesce a miscelare i concetti di realtà e finzione all’interno delle sue pellicole. Un confine che fa venire le vertigini, le stesse che accompagnano le notti insonni del povero Scottie. Con Vertigo vi ritroverete a precipitare nella “finzione nella finzione”. Un effetto Pigmalione grazie al quale Hitchcock mette in scena il fascino del simulacro, rimodellando le fondamenta del concetto di cinema stesso.
Redazione ZON

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