Governo M5S-Lega: spunta ipotesi Premier esterno?
Emerge l’ipotesi di un Premier esterno ad entrambi i partiti per facilitare la nascita di un governo M5S-Lega, con le trattative in corso ma bloccate sul nome del primo ministro da indicare
La nascita del governo continua ad essere incerta, ma dopo l’accordo tra centrodestra e M5S per l’elezione dei presidenti delle Camere la strada è parzialmente in discesa. Sia Salvini che Di Maio, forti delle loro posizioni di leader (rispettivamente del primo partito della coalizione più suffragata e del primo partito) hanno avviato trattati informali nelle scorse settimane, in attesa di quelle vere e proprie che inizieranno al Colle il 3 aprile. Il nodo principale, però, è rilevante: quale nome dovrà essere indicato come premier? Per entrambi, rinunciare al premierato significherebbe ridursi in una posizione subalterna al governo. Proprio per questa situazione, non è peregrino pensare che potrebbero servire due giri di consultazioni.
Di Maio sembra escludere un ritorno alle urne: “Non possiamo mollare perché altrimenti perdiamo la spinta“, afferma. Salvini da parte sua sembra intenzionato a far rimanere unito il centrodestra, anche per poter sfruttare il peso di tutta la coalizione: «Io vengo con tutto il centrodestra». Ma fonti interne fanno sapere che il leader leghista potrebbe in realtà strappare con Silvio Berlusconi se palazzo Chigi fosse proposto un leghista. Ma Di Maio avvisa: «Per me è stato un problema far votare Casellati, di più non possiamo e non vogliamo fare».
Se qualcuno pensa ad un appoggio da parte del PD, sbaglia: “Opposizione, questa è la sola strada, il che non significa dire no a prescindere perché non ci vogliamo condannare all’irrilevanza. Decideremo provvedimento per provvedimento, trattando con un governo che non sarà fortissimo“, dicono dal Nazareno.
Berlusconi, dal canto suo, fa notare come l’accordo sulle Camere “non prefigura nulla per quanto riguarda il governo ma certamente contribuisce a rasserenare l’atmosfera. Basta pensare al clima di crisi politica e istituzionale al quale si sarebbe arrivati se alla Camera si fosse determinata una situazione di stallo“. Rilancia quindi la leadership del centrodestra: “bisogna raccogliere una maggioranza parlamentare intorno a un programma e a un premier in grado di realizzarlo, senza pregiudizi di schieramento. Il centrodestra ha il diritto di guidarla come prima coalizione politica del Paese, ma ovviamente non dispone di una maggioranza parlamentare autosufficiente“.
Si affaccia dunque l’ipotesi che a saldare l’accordo tra centrodestra e grillini, o quanto meno tra Lega e Cinque Stelle, sarà «terzo attore»: una figura esterna ma gradita a Salvini e Di Maio potrebbe essere la chiave di volta della formazione del governo. In ogni caso, saranno il leader della Lega e quello dei Cinque stelle condurre le danze: “Vedrete, saremo io e Luigi a dare un governo al Paese”, conclude Salvini.
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