Terzo Valico, il viceministro Rixi vuole continuare la realizzazione
Il viceministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi, detta la strada da perseguire. Anche Toninelli vuole proseguire la realizzazione del Terzo Valico
Una forza antisistema solo a chiacchiere. Dopo il Tap, il gasdotto in Puglia che deve andare avanti, ecco il Terzo Valico. Il viceministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi, ha dettato legge sulla strada da perseguire, garantendo la continuazione del lavoro. Una decisione a cui anche il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli si è piegato.
“Il Terzo Valico si farà. Lo conferma anche l’analisi costi benefici, da oggi pubblicata sul sito del ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Finalmente, dopo anni di scarsa considerazione, questo Governo riconosce la centralità di Genova, l’assoluta importanza dell’efficientamento dei collegamenti ferroviari con Milano, indispensabili per lo sviluppo e per l’economia del Paese intero.” ha scritto su Facebook Edoardo Rixi.
“Oltre a rendere l’opera attesa da decenni più efficiente e ambientalmente sostenibile, punteremo anche su altri interventi infrastrutturali che renderanno l’entrata in funzione completamente efficace. Partiremo dal miglioramento dell’opera sia sul versante a mare sia a monte, eliminando colli di bottiglia, con il quadruplicamento dei binari da Tortona a Milano.” ha poi concluso nel suo post.
Un diktat molto netto, su cui Danilo Toninelli non ha messo praticamente bocca, quasi come fosse un’ammissione di colpa per l’idea malsana che aveva in serbo.
Così facendo, viene a cadere un altro dei fondamentali paletti del Movimento 5 Stelle, che si era dichiarato a favore dei movimenti contrari alla realizzazione delle grandi opere (ovvero i No Tav e i No Tap).
Subito dopo, però, si è riscoperto contrario ai suoi stessi principi morali, quelli che gli hanno permesso di andare al Governo e di godere della fiducia dei cittadini italiani. Fiducia che, un passo dopo l’altro, sta scadendo nell’anonimato e sta provocando reazioni non molto felici, nella gente che ha avallato il Governo Frankenstein Lega-M5S.
Il Terzo Valico come simbolo della politica del Governo
Mai come in questo caso, il Terzo Valico fatidico serve a capire effettivamente dove il Governo si sta dirigendo con la sua politica. La Lega è sempre più forte, e non solo nei sondaggi. C’è da chiedersi come abbia fatto Toninelli a farsi “scavalcare” da quello che, a conti fatti, è un suo sottoposto, ovvero Rixi, e a cambiare la propria decisione su una base altrui.
Tra l’altro, ad un’attenta analisi costi-benefici, si scoprirà che Rixi ha nettamente ragione. Dunque, a questo punto, si profila per bene quella che sembra essere la politica che mantiene il filo del Governo. Il Movimento 5 Stelle serviva, perlopiù, a fare baldoria e ad attirare le masse per un consenso popolare, sfruttando la logica del “noi lavoriamo di più dei politici che vi hanno governato prima”. Come? Mostrando il tutto tramite dirette Facebook, foto su Instagram, i social in generale.
A conti fatti, però, il partito che prende le decisioni, quello a cui appellarsi nei momenti di difficoltà e caos politico, è la Lega. Anche nel caso del Terzo Valico, Salvini e i suoi alleati hanno preso in mano le redini. Il partito di destra esercita un’influenza incredibile nei confronti dell’alleato di Governo, sempre più in balia delle mire nazionalistiche e d’onnipotenza di Salvini e dei suoi alleati.
Toninelli ministro del nulla
E poi c’è lui. Il signor Danilo Toninelli, quello che prima annuncia lo stop dei lavori per la Tap in Puglia, salvo poi fare retromarcia. Quello che annuncia lo stop dei lavori per il Terzo Valico, salvo poi fare retromarcia nuovamente. Il ministro del nulla, in pratica.
Intanto, dopo questa nuova disfatta, viene sempre più da chiedersi se effettivamente al Movimento convenga mantenere in squadra un fantasma. I militanti più ostili rischiano di aprire un nuovo focolaio di crisi sul territorio di tante battaglie, rischiano di spaccare in due il Movimento, già dilaniato da una Lega che, a conti fatti, sta facendo del partito un sol boccone.
La ripresa dovrebbe passare anche e soprattutto dai suoi uomini principali, incluso quel Danilo Toninelli che, ad oggi, non ha ancora trovato una precisa identità all’interno del Governo. Non ha trovato carattere e piglio, come lo stesso Luigi Di Maio gli ha sempre chiesto.
Dovrebbe provare a sbrigarsi, però. Perché le battaglie perse su un territorio per nulla ostile ora diventano tante, gli autogol si moltiplicano e la situazione diventa sempre più difficile da sostenere.
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