Trump non invita i capi afroamericani della Polizia alla tavola rotonda di Dallas
Ulteriore presa di posizione del presidente Trump che durante la conferenza a Dallas non invita i capi della polizia afroamericana
Le proteste scoppiate in America dopo l’uccisione di George Floyd da parte di quattro agenti della Polizia hanno spaccato il paese. Le proteste si sono protratte in tutto il paese riaccendendo un problema secolare per l’America: la lotta alla discriminazione razziale. Eppure il presidente Trump sembra non dare ascolto al suo popolo che da settimane chiede una presa di posizione da parte del presidente. Ma Trump sembra giocare sul filo del rasoio e di volta in volta prende decisioni che vanno contro il volere popolare.
L’ultimo smacco del presidente Trump è avvenuto a Dallas in Texax. Durante la tavola rotonda di Dallas ci si aspettava che il presidente Trump prendesse una posizione contro il razzismo. Peccato che all’incontro sulle discriminazioni razziali mancassero i tre dirigenti più alti in grado delle forze dell’ordine locale: la sceriffa Marian Brown, il capo della polizia Renee Hall e il procuratore distrettuale John Creuznot, tutti afroamericani.
L’assenza, porta con sé un’ondata di polemiche, è stata giustificata dalla Casa Bianca con il fatto che il presidente avrebbe ascoltato comunque opinioni diverse, come quella del capo della polizia di Glenn Heights, una piccola cittadina a sud di Dallas. “Naturalmente Trump non ha ottenuto un quadro completo dei suggerimenti da parte delle forze dell’ordine – ha commentato il procuratore Creuznot, assente alla riunione – siamo noi (i tre sopra citati) le persone sul territorio”.
Una scelta, quella di Trump, poco polare che sta facendo insorgere nuovamente il Pese. Ma non è solo questo. Mentre il paese grida a gran voce “Defund The Police” (“tagliate i fondi alla polizia”) il Presidente annuncia una linea contraria. Sembra che Trump si diverta ad andare contro l’opinione pubblica. Annuncia, infatti, più fondi per addestrare meglio gli agenti. “Dobbiamo difendere la nostre polizia e non tagliare i fondi alla polizia”, ha proseguito il tycoon durante la tavola rotonda di Dallas. “Dobbiamo assicurare che la nostra polizia venga formata bene, istruita perfettamente e sia dotata del miglior equipaggiamento”. Poi ha aggiunto che gli Stati Uniti “non possono fare alcun progresso etichettando milioni di americani come razzisti.“
La campagna elettorale
Intanto riprende la corsa alla Casa Bianca in vista delle elezioni previste per l’autunno di quest’anno. Al via dunque i comizi elettorali nonostante un nuovo picco di casi di coronavirus. Trump sceglie una data fortemente simbolica: il suo primo rally sarà il 19 giugno a Tulsa, in Oklahoma. Quel giorno coincide con il ‘Juneteenth’, la commemorazione annuale della fine della schiavitù, che non è una festa federale ma è largamente celebrata dagli afroamericani.
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