“Il mio canto libero” è quello di un amore appena nato per Mogol e Battisti
Il mio canto libero: testo e significato del brano di Lucio Battisti e scritto da Mogol per raccontare la libertà di una nuova relazione
Il mio canto libero è un brano del 1972 che dà il titolo proprio all’album che lo contiene. Scritto da Lucio Battisti e Mogol, la cui collaborazione artistica bè una delle più famose del panorama musicale italiano, è un semplice canto d’amore. E nonostante le polemiche che lo hanno considerato un inno al fascismo, racconta quella sensazione di libertà che avvolge due giovani innamorati durante le prime fasi della loro relazione.
Il riferimento alla storia d’amore appena nata è anche autobiografico, in quanto Mogol scrisse il brano nello stesso periodo in cui iniziò la sua relazione con Gabriella Marazzi. Con lei andò anche a vivere e alcuni riferimento sono proprio alla casa che condividevano, un vecchio casale in cui probabilmente c’erano le rose selvatiche citate in un verso della canzone. Insomma “Il mio canto libero” di Battisti-Mogol eleva il sentimento primordiale che, come diceva Dante “Move il sole e l’altre stelle”, a un vero e proprio canto, libero da ogni tipo di costrizione sociale e personale. E questo perché gli amori appena nati soprattutto portano in ognuno di noi una ventata di freschezza e spensieratezza unici.
Testo
In un mondo che
Non ci vuole più
Il mio canto libero sei tu
E l’immensità
Si apre intorno a noi
Al di là del limite degli occhi tuoi
Nasce il sentimento
Nasce in mezzo al pianto
E s’innalza altissimo e va
E vola sulle accuse della gente
A tutti i suoi retaggi indifferente
Sorretto da un anelito d’amore
Di vero amore
In un mondo che (Pietre, un giorno case)
Prigioniero è (Ricoperte dalle rose selvatiche)
Respiriamo liberi io e te (Rivivono, ci chiamano)
E la verità (Boschi abbandonati)
Si offre nuda a noi (Perciò sopravvissuti, vergini)
E limpida è l’immagine (Si aprono)
Ormai (Ci abbracciano)Nuove sensazioni
Giovani emozioni
Si esprimono purissime in noi
La veste dei fantasmi del passato
Cadendo lascia il quadro immacolato
E s’alza un vento tiepido d’amore
Di vero amore
E riscopro te
Dolce compagna che
Non sai domandare, ma sai
Che ovunque andrai
Al fianco tuo mi avrai
Se tu lo vuoi
Pietre, un giorno case
Ricoperte dalle rose selvatiche
Rivivono, ci chiamano
Boschi abbandonati
E perciò sopravvissuti vergini
Si aprono, ci abbracciano
In un mondo che
Prigioniero è
Respiriamo liberi
Io e te
E la verità
Si offre nuda a noi
E limpida è l’immagine ormai
Nuove sensazioni
Giovani emozioni
Si esprimono purissime in noi
La veste dei fantasmi del passato
Cadendo lascia il quadro immacolato
E s’alza un vento tiepido d’amore
Di vero amore
E riscopro te
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