Covis-19, nuovi sintomi e variante XE: come sta cambiando il virus
Stanchezza, fiato corto e sintomi gastrointestinali più accentuati rispetto alle prime ondate di Covid-19. Variante XE 10% più contagiosa
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Muta ancora il Covid-19, nascono nuovi sintomi diversi dalle infezioni precedenti. “Sembra che alcuni sintomi abbiano guadagnato intensità, come quelli gastrointestinali e il mal di testa”- afferma Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione nazionale dei medici di famiglia. Così oltre ai tradizionali sintomi febbre, tosse, raffreddore e perdita di olfatto e gusto si aggiungono fiato corto, sentirsi stanchi o esausti e la sensazione di corpo dolorante, perdita di appetito, diarrea e sentirsi genericamente poco bene male.
Inoltre negli ultimi mesi si sarebbe registrato anche un ritardo nella diagnosi della positività al Covid-19 che generalmente viene rilevata nell’immediato non appena si effettua un tampone al comparire dei primi sintomi. Adesso invece molti medici riscontrano un ritardo diagnostico di almeno 12-24 ore.
Preoccupa intanto la nuova variante XE del virus scoperta nel Regno Unito. Secondo l’Oms le prime stime su questa mutazione suggeriscono che potrebbe essere il 10% più contagiosa di Omicron 2, ma “questo dato richiede ulteriori conferme”. Si tratta di una variante ricombinante dei due principali sottotipi della Omicron, BA.1- BA.2: “XE appartiene alla variante Omicron fino al momento in cui non saranno riportate differenze significative nella trasmissione e nelle caratteristiche della malattia, inclusa la gravità” afferma l’Oms. Della stessa famiglia fanno parte anche le varianti XD e XF (ricombinanti di Delta e Omicron) da poco identificate e al momento poco diffuse.
Anche i vaccinati possono contagiarsi sviluppando l’infezione. “E’ importante distinguere tra infezione e malattia grave- sottolinea l’epidemiologo La Vecchia- Sappiamo che il vaccino protegge dalla malattia grave ma chi è vaccinato può infettarsi con queste nuove varianti”. A tal proposito è al vaglio la quarta dose (o secondo booster) per gli adulti di età pari o superiore agli 80 anni. “Tra qualche mese dovremmo avere maggiori informazioni sui vaccini aggiornati alle varianti e sulla loro efficacia” conclude La Vecchia.
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