15 Novembre 2024 - 12:53

Cyberbullismo e bullismo: prevenzione e formazione all’evento “Red Flag” ad Ascoli Piceno

Sabatucci: "Dobbiamo renderci conto dell'assenza di confini tra vita digitale e reale. Sì tratta di uno scenario in cui albergano minacce e insidie. È pertanto necessario un coordinamento di forze tra istituzioni, la scuola e le Forze dell'Ordine"

Il 65% dei giovani ha dichiarato di essere stato vittima di violenze, di cui il 63% legate al bullismo tradizionale e il 19% al cyberbullismo. Questi dati emergono da un’indagine condotta dall’Osservatorio di Terre des Hommes e OneDay, in collaborazione con la community ScuolaZoo. Il fenomeno del cyberbullismo rappresenta una sfida crescente nell’era digitale, alimentato dall’uso intensivo della tecnologia, che influisce gravemente sulla salute mentale delle vittime con conseguenze come insonnia, ansia e depressione.

L’evento “Red Flag” al Teatro dei Filarmonici

Giovedì 14 novembre, presso il Teatro dei Filarmonici di Ascoli Piceno, si è svolto l’evento “Red Flag”, volto a sensibilizzare studenti, istituzioni e famiglie sull’urgenza di contrastare il cyberbullismo. La dirigente scolastica Francesca Camaiani, del polo ISC Don Giussani, ha sottolineato il ruolo chiave della scuola, grazie alla legge 71/2017, prima normativa in Europa a introdurre il termine “cyberbullismo”: “L’Italia è stato il primo paese europeo ad introdurre il termine cyberbullismo grazie alla legge 71/2017. Una legge che affida un ruolo prioritario alla scuola, chiamata ad attivare azioni preventive. Siamo qui oggi per iniziare il progetto “Insieme è meglio.” È pertanto necessario attuare un percorso di formazione e sensibilizzazione a tal proposito“.

Gli interventi

Il sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, ha ribadito l’importanza di un intervento tempestivo:
Abbiamo compreso, grazie alla legge 71, l’importanza dell’impegno giornaliero al contrasto di questo fenomenoÈ necessario un pronto intervento allorquando un bambino subisce un atto di questo genere. È pertanto doveroso lavorare maggiormente sulla prevenzione“.

Anche il questore Giuseppe Simonelli ha evidenziato il ruolo della tecnologia, che da strumento è diventata un mezzo capace di manipolare emozioni e relazioni. Ha suggerito l’utilizzo dell’“ammonimento” come misura efficace per evitare procedimenti penali, favorendo la riabilitazione: “Vorrei sottolineare l’importante ruolo svolto dalla Polizia nella lotta al contrasto di tutte le illegalità. La tecnologia, non bisogna dimenticarlo, è una parte quotidiana di tutti noi. È tuttavia passata da strumento a modalità di modifica di affettività ed emozioni. Pensiamo ad esempio al ‘Revenge porn‘ o alla ‘Sex roulette’, che profilano un quadro assai preoccupante. Sotto il profilo giuridico, vorrei consigliarvi una soluzione, che è quella dell’ ammonimento. Ritengo infatti che sia il provvedimento più efficace in casi di questo genere, per due ragioni: si evita il procedimento penale e l’atto è assai solerte. Dobbiamo, in definitiva, evitare l’isolamento delle vittime – obiettivo a cui mira il cyberbullo –“.

Un fenomeno globale

Secondo Elena Ferrara, senatrice e firmataria della legge 71/2017, il cyberbullismo è un problema globale:
La legge di cui sono firmataria – ha sottolineato la senatrice – è stata approvata all’unanimità, e dispone uno strumento per affrontare il cyberbullo, evitando percorsi di carattere penale. Si tratta di un fenomeno globale, tale per cui 1 ragazzo su 3 ammette di averne subito un episodio; mentre 1 su 5 confessa di avere saltato la scuola per via di tutto ciò. Dobbiamo dunque intervenire preventivamente, in modo da tutelare i minori“.

Il paradosso dei dati

Il dirigente del Centro Sicurezza Cibernetica Marche, Lorenzo Sabatucci, ha rilevato una contraddizione:
L’analisi dei dati statistici relativi al cyberbullismo restituiscono una flessione di denunce, quantunque i casi siano in forte aumentoI dati sembrano diminuire in virtù dell’omertà delle vittime. Esiste infatti una parte di violenze ‘sommerse’ che, spesso, rimangono sottaciute. È l’esito di un periodo critico quale quello del Covid. Il rischio cresce in parallelo alle ore trascorse in rete. Dobbiamo renderci conto dell’assenza di confini tra vita digitale e reale. Sì tratta di uno scenario in cui albergano minacce e insidie. È pertanto necessario un coordinamento di forze tra istituzioni, la scuola e le Forze dell’Ordine.

La prevenzione al centro

Il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Ascoli Piceno, Paolo Travaglini, ha infine spiegato il ruolo della normativa italiana in merito:
Anche l’avvocatura è coinvolta in questo tipo di problematicheParliamo di un argomento assai spinoso. Un fenomeno che porta sovente a conseguenze tragiche. L’unica soluzione è la prevenzione. Il minore non è penalmente imputabile ma ciò non significa che non risponda delle sue azioni. La normativa non è impostata sulla sanzione bensì sulla riabilitazione. È dunque necessario che la persona posso prima comprendere, riflettere e poi riparare sull’atto perpetrato ai danni della vittima“.