La Resurrezione di Cristo trova la paternità in Andrea Mantegna. Così l’Accademia Carrara di Bergamo acquisisce un nuovo capolavoro
L’
Accademia Carrara di
Bergamo può finalmente annoverare tra le sue raccolte un nuovo capolavoro di
Andrea Mantegna. In realtà, il dipinto si trovava già all’Accademia. Infatti, soltanto ora si è appurato che la
“Resurrezione di Cristo” è stata effettivamente realizzata dal maestro veneto. In particolare, la tavola presentava già sul retro la scritta
“Andrea Mantegna”. Ma nel tempo l’opera era stata attribuita a
Francesco Mantegna, figlio secondogenito del pittore rinascimentale. Infine, fu considerata una
copia di un lavoro perduto. Però, è stato un piccolo particolare a rimettere sulla pista i ricercatori. Si tratta, infatti, di una
piccola croce situata sul limite inferiore del dipinto, che appariva incompleta. Questo, dunque, era l’indizio dell’esistenza di un prosieguo dell’opera. Infatti, dopo alcune ricerche, è stata rintracciata la
“Discesa di Cristo nel limbo”, custodita a
Princeton dalla collezionista
Barbara Piasecka Johnson. Osservando bene i due dipinti, si è notato che si tratta di un’unica opera, divisa in due. Dunque, originariamente la
Resurrezione fu concepita come parte di un’opera molto più grande, divisa in due scene. Certo, con la doppia presenza del
Cristo si sarebbe trattato di un’
iconografia piuttosto insolita. Infatti, una corrispondenza si può trovare solo in rari esempi di area tedesca. Ciò conferma lo stretto rapporto di
Mantegna con gli artisti germanici, soprattutto nel campo dell’incisione. Comunque, l’opera è stata collocata tra il 1492 e il 1493. In particolare, la tavola fu donata all’
Accademia Carrara nel
1866, è dipinta a tempera e oro e si presenta in buono stato di conservazione. Probabilmente, in futuro potrebbe subire un
restauro per scoprire nuovi particolari.