9 Maggio 2019 - 12:12

Aldo Moro: a 41 anni dalla morte, parla la figlia Maria Fida

“La mafia chiese allo Stato se voleva che lo ritrovasse lei Aldo Moro. Risposta: ‘No'”. Così Maria Fida Moro in occasione dei 41 anni dalla morte del padre

Era il 9 Maggio 1978 quando gli Italiani hanno assistito ad una delle pagine più tristi e turpi della storia nazionale. Dopo 55 giorni di prigionia da parte delle Brigate Rosse, il corpo crivellato di colpi di Aldo Moro è stato rinvenuto in un portabagagli di un’auto a Roma, in via Caetani. Sono trascorsi 41 anni e da allora sono ancora molti gli aspetti a cui la famiglia Moro cerca di dare una spiegazione. Nel giorno della commemorazione della morte del politico, prende la parola la figlia Maria Fida. Anche a distanza di anni, la rabbia permea le sue parole per i mancati interventi dello Stato.

Le parole di Maria Fida Moro

Ha dichiarato infatti in un video: “Durante i 55 giorni intercorsi tra il 16 marzo ed il 9 maggio del 1978, la mafia, stanca dei posti di blocco e dei controlli a tappeto, chiese allo Stato se voleva che lo ritrovasse lei Aldo Moro. Risposta: ‘No e non fate niente‘. Il che è agli atti“.

Parole dure, quindi, contro quello Stato e quel Governo che avrebbero dovuto adoperarsi per la liberazione del Presidente Moro. Quello stesso Stato che si rifiuta, tergiversando, di riconoscerle l’indennità di familiare di vittima di terrorismo, prevista da una legge del 2006. Ha dichiarato: “Lo Stato mi deve una risposta conclusiva in merito alla legge 206 del 2004 in favore delle vittime del terrorismo. Ciò non di meno essa è inapplicata solo per mio padre Aldo Moro. Come è possibile che nessuno possa farci niente e che tutti abbiano le mani legate? E il Parlamento che fa finta di non avere potere! In realtà il Parlamento non è superiore alla legge stessa e se la legge è in vigore deve applicarla“.

Continua: “Chi applicherà la legge: la mafia?! Ma in che Stato viviamo? Non sembra uno Stato di diritto se è irresponsabile e nega di fatto la validità delle sue stesse leggi. Lo Stato dovrebbe vergognarsi e la gente indignarsi“.