Trent’anni fa, esattamente il 16 Giugno 1988, la vita del più grande fumettista italiano, Andrea Pazienza, detto Paz, si spegneva a Montepulciano.
In suffragio a questa triste ricorrenza, La Repubblica ha deciso di intervistare sua moglie Marina Comandini la quale ha raccontato dei nuovi progetti a cui Paz stava lavorando prima di morire.
In particolare, una dichiarazione interessante, riguarda il progressivo avvicinamento di Andrea Pazienza al cinema: egli era infatti al lavoro su una sceneggiatura, e dopo aver dato vita a personaggi di carta e carboncino indimenticabili, quali Zanardi e Penthotal, si preparava a conquistare il mondo della settima arte con “la storia di un castello e la figlia di un re”.
La Comandini ha però anche confessato che suo marito era particolarmente interessato al romanzo storico: in questo solco, Paz stava lavorando sul personaggio di Astarte, ispirato ad Annibale.
Alla sorella di Pazienza, Mariella, sono invece affidati due aneddoti della creatività del nostro indimenticabile disegnatore. La prima riguarda l’assoluto autobiografismo vibrante nel personaggio di Penthotal, “cambiava solo il nome” – ha detto Mirella, il secondo invece ha a che fare con un numero “speciale” di Zanardi: “Ne sono stata quasi co-autrice. Perchè in quel caso la storia era raccontata dalla sorella di Zanardi e a Paz serviva una “voce” adolescente.
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