Il commissario della Protezione Civile Arcuri nella sua consueta conferenza del martedì, ha affrontato diversi temi sull’emergenza coronavirus in Italia. Il discorso inizialmente verte sulle mascherine e sull’annuncio del premier Conte, fatto durante l’ultima conferenza stampa, di un presso fissato a 0.50 centesimi di euro. A tal proposito il commissario Arcuri chiarisce che l’ordinanza della Protezione Civile, a firma sua, fissa un costo di vendita ma non di acquisto. Questo per rispondere alle polemiche dei “liberisti che hanno appena finito di bere il loro centrifugato” che hanno accusato la decisione prese di non essere adatte al mercato degli stessi dispositivi di protezione.
Aggiunge inoltre che, in soli 40 giorni, il governo ha identificato 106 aziende che tramite sovvenzioni statali, hanno riconvertito la propria produzione verso quella delle mascherine. E sul prezzo aggiunge che, seppur basso, il margine di 0,50 centesimi garantisce comunque una soglia di guadagno per le aziende produttrici. Infine, sempre sulle mascherine, afferma che i magazzini sono pieni per far fronte a qualsiasi emergenze e che per settembre, quando ricominceranno le scuole, potranno essere distribuite 30 milioni di mascherine al giorno, 11 volte la produzione attuale.
Il commissario Arcuri affronta anche il tema dell’app Immuni che verrà messa a disposizione dei cittadini per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Afferma, con un esempio esplicativo: “Se signor Rossi non è informato di aver avuto un contatto stretto per più di 15 minuti con il signor Bianchi che, nel frattempo, ha scoperto da un tampone di essere contagiato, il signor Rossi è un pericolo per sé, per i suoi cari e per gli altri cittadini con i quali entra in contatto. Se è stato in contatto con un contagiato e non lo sa, l’app lo avvisa rapidamente e lo mette nelle condizioni di smettere di essere un pericolo per sé e per gli altri questo è semplicemente il contact tracing“.
Ultimo tema affrontato, quello dei tamponi per accertare l’infezione da coronavirus. Sebbene siano ancora – e lo saranno sempre – pochi, l’Italia rimane il primo paese al mondo per numero di test effettuati in base alla popolazione. I dati confermano che l’Italia ha effettuato 2960 tamponi ogni 100.000, contro i 2474 della Germania (20% in meno), i 1061 del Regno Unito. Conclude: “Certo che dovranno esserne fatti di più, però intanto facciamo pace con noi stessi e mettiamo i cittadini nelle condizioni di avere le informazioni che meritano, oltre che continuare a ringraziarli per i sacrifici che continuano a fare“.
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