Armine Harutyunyan è il nome della nuova modella di Gucci che ha sfilato durante la Fashion week di settembre a Parigi.
Ad accompagnare la sua sfilata non i soliti applausi e volti rapiti dalla tipica bellezza scultorea, a cui ci hanno abituati, bensì insulti misogini e razzisti. Polemica, sdegno, veleno, gratuita cattiveria per una giovane ragazza armena la cui colpa è solo quella di non rispettare i canoni di bellezza classici.
In tanti hanno preso di mira Armine, denigrandola per il suo aspetto non convenzionale, definendola brutta e inadatta al mondo della moda. Nel suo stesso paese, l’Armenia, purtroppo è stata di vittima di moltissimi haters. Lei, con i suoi occhi scuri e il suo sguardo intenso, forse ignara o forse no, ha invece deciso di sfilare con indosso il vestito dell’indifferenza verso un mondo superficiale che ci vuole tutti uguali. Troppo magre, troppo grasse, troppo alte, troppo basse. Volti di plastica che riflettono nello specchio anime di donne svuotate della proprio personalità.
Ma infondo chi decide la bellezza? Non è forse l’essere diversi che ci rende meravigliosi? Di certo non saranno le urla di questi haters a fermare la passerella di una modella che si è mostrata al mondo con l’abito migliore possibile: la sicurezza di se stessa.
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