11 Marzo 2016 - 11:41

Artisti on the road, Piero della Francesca in Toscana

Sulla scia della mostra ai Musei di San Domenico di Forlì, A ZONzo propone un itinerario tra i luoghi di Piero della Francesca in Toscana

[ads1] In questi mesi a Forlì si tiene una mostra sul maestro toscano Piero della Francesca (“Indagine su un mito” dal 13 febbraio al 26 giugno ai Musei di San Domenico), ottima occasione per conoscere meglio i luoghi dove solitamente si possono ammirare le sue opere. A ZONzo ha quindi pensato un itinerario che tocca le città dove sono conservati alcuni dei suoi capolavori: ad iniziare dalla terra natale Sansepolcro, passando per Arezzo e Monterchi.

A guidarci in questo viaggio le parole di Giorgio Vasari con Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti in cui ha raccolto le esistenze dei più significativi artisti del Rinascimento e non solo, tra i quali, appunto, Piero della Francesca.

Piero della Francesca

Ritratto di Piero della Francesca contenuto ne Le Vite di Giorgio Vasari

«[…] maestro raro nelle difficoltà de’ corpi regolari e nell’aritmetica e geometria» il pittore nacque nel 1415 a Borgo Sansepolcro, oggi semplicemente Sansepolcro. In provincia di Arezzo, nella Valtiberina toscana, il comune è al confine tra l’Umbria e le Marche. Oltre a Piero della Francesca, la città ha dato i natali tra gli altri a Luca Pacioli, illustre religioso, matematico ed economista. “Porta della Toscana”, Sansepolcro possiede origini mitiche: si narra che due santi, Arcano ed Egidio, di ritorno dalla Terra Santa decisero di erigere proprio qui una cappella per custodire le Sacre Reliquie di Gerusalemme.

Ricco di palazzi e chiese medievali, il borgo è custodito all’interno delle antiche mura e dominato dalla Fortezza di Giuliano da Sangallo detta anche Fortezza Medicea, costruita intorno al 1500. Importante tappa di questa città è sicuramente il Museo Civico, dove sono custodite ed esposte alcune tra le più famose opere di Piero della Francesca. Qui si può ammirare infatti il Polittico della Misericordia, dipinto tra il 1445 e il 1464, periodo in cui l’artista fece ritorno da alcuni viaggi, tra i quali a Ferrara e Roma. Nello stesso arco di tempo sono riconducibili una serie di dipinti e affreschi conservati al museo, come il San Giuliano (1454-58), proveniente dalla ex-chiesa di S. Agostino, e San Ludovico da Tolosa (1460), originariamente situato nell’antico Palazzo Pretorio della città.

Piero della Francesca

Resurrezione, Sansepolcro

Infine, come indica Vasari, «nel Palazzo de’ Conservatori [vi è] una Resurrezione di Cristo, la quale è tenuta nell’opere che sono in detta città e di tutte le sue, la migliore». La Resurrezione, eseguita tra il 1450 e il 1463, fu proprio dipinta da Piero della Francesca nel palazzo che oggi ospita il Museo Civico. Essa è considerata tra i suoi maggiori capolavori, per rigore prospettico, armonia dei corpi e il brano naturalistico delle guardie dormienti.

«[…] venuto Piero in Arezzo, dipinse per Luigi Bacci cittadino aretino in S. Francesco la loro cappella dell’altar maggiore, […] nella quale opera sono storie della croce […] dove sono molto belle considerazioni e attitudini degne d’esser lodate, come, verbigrazia, gl’abiti delle donne della reina Saba, condotti con maniera dolce e nuova; molti ritratti di naturale antichi e vivissimi; […]».

Tra le opere più conosciute di Piero della Francesca vi è sicuramente la Cappella Bacci, con il ciclo di affreschi con le Storie della vera Croce (1452-66), nella chiesa di S. Francesco di Arezzo (per motivi di sicurezza sono ammessi nella cappella gruppi di massimo 25 persone per una durata di visita di 30 minuti, info qui). La città di origine etrusca, capoluogo dell’omonima provincia della Toscana, è il luogo dove convergono la Val di Chiana, il Valdarno superiore e la Valtiberina. Nel ciclo del pittore di Sansepolcro la meraviglia risiede nell’uso della luce che sembra illuminare le figure dall’interno e nelle perfette anatomie, oltre alla bellezza delle vesti delle donne della corte della regina di Saba, come ricorda il Vasari.

Piero della Francesca

Il sogno di Costantino, Arezzo

«Ma sopra ogni altra considerazione d’ingegno e d’arte, è lo avere dipinto la notte et un Angelo in iscorto che, venendo a capo all’ingiù a portare il segno della vittoria a Gostantino che dorme in un padiglione guardato da un cameriere e da alcuni armati oscurati dalle tenebre della notte, con la stessa luce sua illumina il padiglione, gl’armati e tutti i dintorni, con grandissima discrezione: per che Piero fa conoscere in questa oscurità quanto importi imitare le cose vere, e lo andarle togliendo dal proprio».

Tra le scene della Cappella Bacci quella che sicuramente cattura più di tutte l’occhio è il Sogno di Costantino, magistrale fattura di Piero della Francesca, primo notturno naturalistico della storia dell’arte italiana. Egli dipinse inoltre una Maria Maddalena (1460-66) per la Cattedrale di Arezzo dedicata a San Donato, nella navata sinistra nei pressi della porta della sagrestia. La Cattedrale, in stile gotico, sorge nel luogo dove probabilmente risiedeva l’antica acropoli della città e dove successivamente fu eretta un edificio di culto paleocristiano. La sua costruzione oscilla in un arco di tempo piuttosto lungo, dal 1278 al 1511, e la facciata fu completata solamente nei primi decenni del XX secolo.

Piero della Francesca

Madonna del Paro, Monterchi

Una parentesi di estrema tenerezza è rappresentata dalla singolare iconografia della Madonna del Parto, custodita a Monterchi. L’affresco era originariamente situato nella cappella di Santa Maria di Momentana ed oggi conservato nel Museo della città. Probabilmente Piero della Francesca realizzò il dipinto tra il 1455 e il 1465, in occasione dei funerali della madre nella sua terra natia. La sapienza del pittore toscano nel rendere i preziosi panneggi del tendaggio e della veste della Madonna confermano ancora una volta la grandiosità di questo artista, il quale ha influenzato le generazioni successive.

«Usò assai Piero di far modelli di terra et a quelli metter sopra panni molli con infinità di pieghe, per ritrarli e servirsene», svela Giorgio Vasari, ed infatti i dettagli di questo suo minuzioso studio si possono ammirare nelle opere citate, dalla Madonna della Misericordia di Sansepolcro, passando per la Regina di Saba e il suo seguito ad Arezzo, fino alla Madonna del Parto di Monterchi.

Questo può essere considerato la prima parte di un itinerario ispirato a Piero della Francesca e ai suoi capolavori che prossimamente si concluderà in tre città extra-toscane: Rimini, Urbino e Perugia.

A ZONzo vi dà appuntamento a lunedì con un nuovo viaggio, per condurre i vostri passi, per deliziare i vostri occhi.

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