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Baronissi, cani vaganti nel quartiere “Nuova Irno”

“I cani vaganti nel quartiere Nuova Irno sono pericolosi perché sono diventati un “branco” e quindi etologicamente si comportano come tale, difendendo il gruppo e soprattutto il territorio di cui si sentono padroni. In particolare preoccupano i due pastori maremmani abruzzesi: uno dei due ha vistose problematiche al pelo e alla cute ed è necessario sottoporlo a indagini mediche e opportune terapie”. A dichiararlo il medico veterinario Giovanni Ferrara che collabora con il Centro di riferimento regionale per l’Igiene Urbana Veterinaria (Criuv) e Garante dei diritti degli animali in Campania che sabato scorso, a Baronissi, ha partecipato al sopralluogo disposto dall’ASL nel quartiere Nuova Irno per la cattura di pericolosi cani randagi di grossa taglia che nelle scorse settimane hanno aggredito cittadini e, purtroppo, bambini.

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“Il servizio di cattura, di successiva osservazione sanitaria nel canile di prima accoglienza e di custodia di questi animali attivato dalle istituzioni – spiega Ferrara – è stato impedito da una donna che a mio avviso meritava di essere denunciata per interruzione di pubblico servizio e per dispendio di risorse pubbliche, nonostante avesse ricevuto le dovute spiegazioni a fronte del suo impegno sul territorio. Saremo costretti a ritornare, questa volta sperando che le operazioni – necessarie per la tutela della sicurezza e della salute pubblica – non vengano fermate”.

“La procedura portata avanti dal Comune di Baronissi a contrasto del randagismo è corretta – sottolinea il veterinario – la priorità è scongiurare anzitutto pericoli alla popolazione. Il recinto utilizzato non è assolutamente un modo “barbaro” di catturare i cani vaganti e presumibilmente senza padrone. Un sistema, quello del recinto, validissimo per catturare i randagi in maniera serena e non pericolosa, un’azione necessaria ed efficace per gestire un fenomeno che se non controllato rischia di creare problemi in città. E’ necessario avviare la microchippatura degli animali in maniera domiciliare iniziando dalle periferie in rispetto agli obblighi di legge. Non tutti purtroppo adempiono in maniera rigorosa a questa prescrizione, cagionando non pochi problemi a chi si occupa della gestione dei cani abbandonati o randagi.

È su questo fenomeno che poniamo la massima attenzione. Mai sostituirsi alle istituzioni e agli organi competenti – conclude Ferrara – piuttosto è necessario coadiuvarli e supportarli nella lotta a favore dei quattro zampe perché tutelare gli animali significa tutelare le persone e viceversa, senza creare tensioni e malcontento tra i cittadini. Il randagismo rappresenta un serio pericolo alla pacifica convivenza tra i cani ed i residenti inducendo qualcuno a prendere decisioni estreme a danno dei cani”.

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Redazione ZON

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