Berlusconi propone Antonio Tajani alla guida del centro-destra. Ancora da definire la questione leadership in coalizione
I
leader di coalizione sono ormai usciti allo scoperto con lo scopo di associare, quanto più possibile, il loro volto alla propria area. Fra i tanti nomi emersi in questi giorni di
pre campagna elettorale, a destare
sgomento, più che
stupore, è l’atteggiamento sulla
leadership del
centro-destra. La coalizione a quattro gambe guidata spiritualmente da
Berlusconi – data al
39% negli ultimi sondaggi – stenta, a pochi giorni dalla presentazione delle liste, a far emergere una delle personalità coinvolte. L’ennesima provocazione sulla questione, dopo dell’ex comandante dei Carabinieri
Leonardo Gallitelli, la rilancia lo stesso
Cavaliere proponendo alla guida del soggetto l’attuale Presidente del Parlamento Europeo
Antonio Tajani. La mossa, che rappresenta l’ennesimo tentativo di riprendere in mano le redini della coalizione da parte dello stesso
Berlusconi, pone ben due interrogativi che si intrecciano con la tornata elettorale del prossimo
4 marzo. Il primo, e lampante, elemento è quello fondato sul ruolo di guida. Infatti, mentre
Berlusconi tenta – in base alle occasioni che si presentano di volta in volta – di plasmare il
centro-destra almeno dall’esterno,
Salvini cerca di imporre il proprio marchio in virtù del nuovo progetto leghista. Questo batti e ribatti, che potrebbe compromettere quel vantaggio accumulato nei primi due mesi, da un lato rallenterebbe l’annunciato ritorno del
centro-destra e dall’altro indebolirebbe la coalizione a causa di proposte non del tutto conformi tra i componenti (come già accaduto in diverse occasioni). L’idea
Tajani, inoltre, mostra anche come l’
ex Presidente del Consiglio non intenda cedere di un sol centimentro sulla questione. Il
Presidente del Parlamento Europeo, oltre ad essere un fedelissimo berlusconiano, incarna anche la corsa al centro che i due agglomerati di
centro-destra e
centro-sinistra hanno intrapreso da diversi anni. Per
Berlusconi, quindi, l’idea è vincente – per i presupposti citati – ma l’appeal elettorale del
Cavaliere, pur presente dietro le quinte, non è quello di qualsiasi altro candidato. Ciò, inevitabilmente, riporta in auge la questione
leadership, con
Salvini – spalleggiato dall
Meloni – a scalpitare, ma sembra che ancora per diversi giorni la tematica prevarrà del dibattito politico del
centro-destra.