14 Aprile 2020 - 15:36

Bolsonaro, il Brasile e l’emergenza “Covid-19”

Bolsonaro Brasile

ll presidente Bolsonaro, che aveva definito il virus una semplice influenza, è ora alle prese con la drammatica diffusione del contagio

Bolsonaro ha per lungo tempo minimizzato i possibili effetti devastanti del virus nel paese latinoamericano. Qualche settimana fa non utilizzò parole molto eleganti anche per quanto concerne la situazione nel nostro paese: “In Italia tanti morti solo perché è un paese di vecchietti” ha affermato.

Il negazionismo del presidente brasiliano che ha considerato l’allarme soltanto come una forma di isteria mediatica, sta facendo i conti con la preoccupante crescita dei contagi e delle morti nel paese. Intanto per adesso, ognuno fa da sé. Alcuni Stati, come San Paolo, hanno disposto misure di quarantena. Linea differente invece per il governatore di Rio de Janeiro, il quale ha deciso la riapertura di attività commerciali in aree non particolarmente colpite.

L’emergenza rischia di aggravare ancor di più la situazione delle persone più povere prive di sussidi necessari al sostentamento. Il paese sta attraversando una delicata crisi economica e politica che vede il presidente Bolsonaro al centro di aspre critiche e polemiche, non solo per il virus.

Nelle favelas il coprifuoco è stabilito dalle bande criminali. Circa tredici milioni di persone vivono nelle baraccopoli brasiliane, luoghi in cui norme di autoisolamento e distanziamento sociale risultano essere impraticabili. Mentre è in Amazzonia che si registra la situazione più preoccupante: il virus ha raggiunto le comunità indigene. Qualora il contagio raggiungesse anche le zone più remote della foresta non ci sarebbero infrastrutture e presidi sanitari in gradi di curare i malati.

Intanto il presidente per le strade di Brasilia ha abbracciato e fatto selfie con le persone accorse in una panetteria. Un modo per rivendicare palesemente la sua contrarietà alle misure di isolamento.

Ad oggi si registrano 22318 casi e 1230 morti. Il paese è stato già definito “una bomba ad orologeria”. Per la convergenza di fattori demografici, sanitari, politici ed economici a dir poco drammatici, il Brasile di Bolsonaro è il focolaio principale e più preoccupante di tutta l’America meridionale.