Con il passaggio del conservatore Philip Dee ai socialdemocratici la maggioranza del Presidente Boris Johnson in Gran Bretagna è messa seriamente in crisi. Il casus belli è il ritorno sulle trattative per la Brexit: mentre le opposizioni si dicono pronte a votare un provvedimento che impedisca un’uscita dall’Unione Europea “senza accordo”, il Presidente rilancia asserendo che “se il Parlamento voterà un altro inutile rinvio, sarà il popolo ad esprimersi”.
Le elezioni anticipate non sono più dunque solo un’ipotesi remota. Gli inglesi potrebbero essere chiamati alle urne già il prossimo 15 Ottobre, al culmine dello stop di cinque settimane che Johnson ha imposto al Parlamento e a due settimane dal rinvio che era stato già chiesto all’Ue (31 Ottobre)
I partiti dell’opposizione però, temono che Johnson possa rinviare la data delle elezioni a dopo il 31 Ottobre rendendo così, di fatto, la “hard Brexit” inevitabile.
Il provvedimento volto ad evitare il no-deal, intanto, sarà votato oggi pomeriggio in Parlamento e venerdì dovrebbe passare alla Camera dei Lords: in caso di approvazione, e senza una nuova intesa con la Ue, Johnson potrebbe trovarsi costretto a chiedere un ulteriore rinvio a Bruxelles fino al 31 Gennaio 2020.
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