18 Giugno 2024 - 10:58

Bruxelles: cos’hanno deciso i leader UE riuniti

I leader dell'UE riuniti a Bruxelles hanno discusso sui prossimi presidenti di Commissione e Consiglio. Ecco l'ipotesi più accreditata

Parlamento Europeo Carola Rackete Bruxelles

Una riunione veramente importante, dalla quale passa buona parte del futuro dell’Unione Europea. Questa sera a Bruxelles si tiene una riunione informale tra i 27 capi di Stato e di governo dell’Unione Europea. È il primo incontro tra i leader dalle Elezioni Europee appena concluse. Naturalmente, nel novero è da escludere il G7, a cui erano presenti sia Giorgia Meloni, che Emmanuel Macron che Olaf Scholz, cancelliere tedesco.

Già stasera, quindi, si inizia a trattare sulle nomine della prossima legislatura europea. Stando alle dichiarazioni emerse finora, la soluzione più probabile sembrerebbe quella di riconfermare la maggioranza che ha tenuto, a Bruxelles, negli ultimi cinque anni. Si tratta, dunque, di una formazione già vista e rivista a Bruxelles, in cui figurerebbero i Popolari, i Socialisti e i liberali di Renew. In questo modo si escluderebbe la destra dei Conservatori di Meloni, che però potrebbero dare un appoggio esterno.

Per il momento si tratta solamente di un’ipotesi e di un papabile rimpasto. La prossima riunione ufficiale del Consiglio Europeo si terrà il 27 e il 28 giugno, e le indiscrezioni prima della cena di stasera vedevano Ursula von der Leyen come favorita per il posto di presidente della Commissione Europea anche in questa legislatura. Visto l’ottimo risultato alle elezioni del suo partito, quello dei Popolari europei, saranno proprio i Popolari a indicare il prossimo presidente.

Da questo punto di vista, sarà interessante capire la posizione di Giorgia Meloni, se appoggerà von der Leyen oppure pretenderà che l’Italia abbia un ruolo di vertice nella Commissione. Scopriamo insieme tutti gli scenari.

Bruxelles: l’ipotesi di maggioranza

Diversi leader, a Bruxelles, hanno lasciato intendere quale sarà la scelta principale. Si va verso una maggioranza al Parlamento Europeo che riunisca ancora una volta i Socialisti, i Popolari e Renew Europe. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha confermato che la linea dei Socialisti è di confermare l’attuale maggioranza, a condizione che non ci sia alcun sostegno da parte dei gruppi della destra, cioè Conservatori (guidati da Meloni) e Id (di cui fanno parte Marine Le Pen e la Lega).

Non a caso, la cena di questa sera sarebbe iniziata con circa due ore di ritardo anche perché erano in corso degli incontri tra i tre partiti che dovrebbero formare la futura maggioranza. Donald Tusk, esponente di spicco dei Popolari, ha dichiarato: “Abbiamo una maggioranza nel Parlamento europeo composta dei partiti orientati al centro, Ppe, Socialdemocratici, Liberali, più alcuni gruppi più piccoli. Penso che sia più che sufficiente per organizzare il nuovo paesaggio politico, inclusa la presidenza della Commissione.

Dunque chi saranno i nuovi vertici di Bruxelles? Scopriamolo.

Bruxelles: chi saranno i prossimi vertici

Se questa maggioranza venisse effettivamente confermata, ci sono alcuni nomi che potrebbero essere i primi in lizza per occupare le posizioni più prestigiose. Il Partito Popolare proporrà sicuramente Ursula von der Leyen per un secondo mandato alla guida della Commissione. In ogni caso, bisognerà obbligatoriamente passare prima da Bruxelles. La cosiddetta “maggioranza Ursula” ha 406 seggi su 720. Sono sufficienti per governare (la maggioranza è fissata a 361) ma non lasciano tranquilli dalle possibili diserzioni dei “franchi tiratori“.

Cinque anni fa circa un centinaio di deputati votarono contro e von der Leyen fu eletta con uno scarto di pochi voti: i deputati che votarono per lei furono 383, mentre ci furono 327 contrari e 22 astenuti. Anche per quanto riguarda il Parlamento europeo, si va verso una riconferma. la maltese Roberta Metsola, anche lei dei Popolari, potrebbe svolgere un altro mandato di due anni e mezzo, per essere poi eventualmente sostituita a metà legislatura. Sulla presidenza del Consiglio europeo, invece, il nome dell’ex premier portoghese Antonio Costa, dei Socialisti, sembra quello più quotato.