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Bullismo: una nuova legge per aiutare vittima e correggere bullo

Grazie all’aiuto dei servizi sociali, i ragazzi «bulli» potranno essere obbligati a seguire  un «percorso rieducativo» che includerà anche aspetti «riparativi» verso le loro vittime, e che potrà prevedere anche il coinvolgimento dei genitori del «bullo», se il problema riguarda anche la famiglia. Questo è ciò che emerge dalla  proposta di legge per il contrasto al bullismo e cyberbullismo, adottato all’unanimità dalle Commissioni Affari sociali e Giustizia della Camera.

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Il testo unificato nasce dalla sintesi di tre proposte di legge di Devis Dori (Avs), Pietro Pittalis (Fi) e Ciro Maschio (Fdi) che ha a che fare con norme preventive e rieducative. Secondo quanto riporta La Stampa, adesso il testo sarà sottoposto agli emendamenti, ma il primo via libera bipartisan, prefigura un percorso rapido. Previsto inoltre l’istituzione presso il Ministero dell’Istruzione di un tavolo tecnico in cui coinvolgere anche associazioni e provider di internet, che rediga un piano per la prevenzione di questi fenomeni, compreso un codice di autoregolamentazione delle piattaforme social, per contrastare il cyberbullismo, appunto.

Secondo la proposta di legge gli istituti scolastici dovranno fare la loro parte. Infatti, il dirigente scolastico, qualora fosse a conoscenza di episodi di bullismo, dovrà informare «tempestivamente i genitori dei minori coinvolti» e «promuove adeguate iniziative di carattere educativo nei riguardi dei minori coinvolti in percorsi di mediazione scolastica».

In caso di situazioni più gravi in cui «le iniziative di carattere educativo non abbiano prodotto esito positivo, il dirigente scolastico riferisce alle autorità competenti anche per l’eventuale attivazione delle misure rieducative». Così comincia ad avere voce in capitolo il tribunale per i minori che può «disporre, previo ascolto del minorenne e dei genitori, lo svolgimento di un progetto di intervento educativo con finalità rieducativa e riparativa sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali»; percorso in cui, se necessario, vengono coinvolti i genitori del «bullo».

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Redazione ZON

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