27 Agosto 2020 - 08:03

Caduta dei capelli, le vere cause e le fake news sulla calvizie

Sappiamo davvero tutto sulla calvizie? Perché sono ancora diffuse tante bufale sulle cause della caduta dei capelli e sui rimedi? Quali sono i costi economici e sociali di questo fenomeno, che riguarda milioni di persone nel mondo, non solo uomini?

Per dare delle risposte, esaminiamo i dati più recenti sulla calvizie con l’aiuto dell’infografica “La calvizie in Italia e nel resto del mondo – Tutti i numeri sulla caduta dei capelli”, realizzata dal Centro Tricologico Istituto Helvetico Sanders, per comprendere qual è l’impatto sociale del fenomeno, che comporta dei costi per chi ne è affetto, e quali sono le fake news più comuni sulla caduta dei capelli, falsi miti che purtroppo persistono nel tempo.

Diffusione della calvizie in Italia e conseguenze psicologiche

Il 39% degli uomini, in Italia, ha un problema correlato alla caduta dei capelli, mentre il 13% delle donne è affetto da calvizie (un tema di cui si discute ancora troppo poco); oltre alle cause ormonali, lo stress e i disturbi del sonno, esiste una correlazione inversa, individuata dagli esperti della Società Italiana di Chirurgia della Calvizie.

In pratica, i soggetti con alopecia areata o androgenetica sono più fragili sotto il profilo psicologico e soffrono di maggiore ansia e depressione.

Questo è stato definito “Effetto Sansone”, poiché lo stress aumenta il livello di alcuni ormoni nel sangue che danneggiano il follicolo pilifero, quindi la caduta dei capelli aumenta e quando ci si riflette allo specchio, la percezione negativa è amplificata.

Una ricerca uscita sull’Indian Journal of Dermatology nel 2014 ha rilevato un’ulteriore conseguenza nelle persone affette da alopecia: l’umore peggiora, la depressione aumenta del 38% e l’ansia del 62% rispetto a chi non ne soffre.

In Italia, infatti, il 65% delle persone ritiene la calvizie l’inestetismo peggiore e anche per questo sono 100.000 gli italiani che hanno deciso di fare un trapianto di capelli per poter nuovamente accarezzare la propria chioma.

A livello globale, i trapianti sono aumentati del 16% (gli ultimi dati disponibili segnalano 735.312 trapianti, secondo il report dell’International Society of Hair Restoration Surgery), indice di una crescente attenzione verso soluzioni che dovrebbero essere definitive.

Lo stesso report spiega anche le motivazioni principali per le quali si ricorre a un trapianto:

Migliorare la propria vita sentimentale 37%

Più sicurezza in ambito lavorativo 34,7%

In altre parole, le persone vogliono sentirsi a proprio agio nelle relazioni e avere maggiore autostima, un fattore decisivo soprattutto nel lavoro.

Le cose da sapere sui capelli e 5 miti da sfatare

Come mostrato nell’infografica, una cosa che forse non tutti sanno è che il numero di capelli che abbiamo in testa varia non solo tra persona e persona, ma anche in base al colore dei capelli. I biondi, infatti, ne hanno in media 150.000 in testa, i mori 110.000 e i rossi 90.000.

C’è poi il fattore stagionale che può influire sulla caduta, poiché tra aprile e maggio e tra ottobre e novembre è fisiologico che ne cada di più. Tuttavia, occorre non sottovalutare un eventuale aumento improvviso, soprattutto se si protrae nel tempo.

È piuttosto sorprendente dover smentire notizie false che girano da anni a proposito della calvizie, eppure in molti ci credono: non bisogna strappare i capelli bianchi per aiutare la ricrescita, non è vero che tagliare più spesso i capelli li rinforza, è del tutto falso che i troppi lavaggi rovinano il cuoio capelluto, mentre per quanto riguarda il gel e le lacche non sono necessariamente dannosi.

Infine, non c’è correlazione fra l’indossare speso un cappello e la caduta dei capelli, questa abitudine non può causare la calvizie.

È consigliabile abbandonare false certezze sulla calvizie e affrontare il tema seriamente, quale che sia la soluzione preferita. Quel che è certo è che non esistono soluzioni miracolose e ogni singolo caso andrebbe valutato tenendo conto delle caratteristiche della persona.

In altre parole: a ognuno la sua calvizie.