Politica

Cashback, per il 2022 il Governo pensa ad un rinnovo della misura

Il programma anti evasione del Cashback verrà totalmente rinnovato, il Governo inizia a definire i punti fondamentali per l’erogazione della misura

Nel 2022 il Governo potrebbe riapprovare il Cashback, misura introdotta dal Governo Conte, il 24 novembre 2020, per il rimborso del 10 per cento di quanto speso per gli acquisti effettuati con pagamento elettronico. Sicuramente se la misura verrà riconfermata per il prossimo anno subirà alcune modifiche.

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L’esecutivo infatti avrebbe intenzione di riscrivere totalmente le linee guida della misura. Il programma anti evasione infatti non ha mai convinto il presidente del Consiglio attuale. In occasione del primo stop, Draghi ne ha parlato come di una misura che “ha un carattere regressivo ed è destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori, come aree urbane e al Nord, rischiando di accentuare le sperequazioni economiche”.

A dare un giudizio negativo sul programma del Cashback anche il Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2021 della Corte dei conti: “Allo scopo di contenere gli abusi – che i dati forniti dal Dipartimento (delle Finanze ndr) alla data del 30 aprile sembrano confermare – potrebbe essere opportuno limitare il numero di operazioni effettuabili con lo stesso operatore nell’arco della medesima giornata (anche se con carte diverse), limitando in questo modo anche il probabile frazionamento artificioso degli acquisti. La misura del premio, 1500 euro ai primi 100 mila utenti per numero di operazioni nel semestre, appare inoltre eccessiva.

Il nuovo Cashback sarà rivolto alle sole fasce della popolazione con un reddito medio-basso, inoltre tra i requisiti necessari per poter usufruire della misura rientrerebbero la maggiore età e la cittadinanza italiana. Inoltre il Governo Draghi intenderebbe anche diminuire il numero minimo di transazioni necessarie per accedere al bonus (inizialmente erano richieste almeno 50 transazioni a semestre).

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L’ammontare dei rimborsi poi non potrà più essere lo stesso. Si potrebbe passare dal 10 per cento al più sostenibile 2/3 per cento. Il totale dei rimborsi non arriverebbe più a 150 euro ogni sei mesi ma a una cifra inferiore ancora da definirsi.

Adelaide Senatore

Studentessa in Scienze Politiche appassionata di giornalismo, musica e letteratura.

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