Attualità

Caso Messina Denaro, arrestato il suo prestanome

Il geometra Andrea Bonafede, che ha fatto da prestanome a Matteo Messina Denaro, è stato arrestato ieri dai carabinieri.

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Bonafede, secondo quanto riportato dalle ordinanze, risulta essere un fedelissimo del capo di Cosa nostra: è accusato di associazione mafiosa. Oltre a fornire il falso documento, ha acquistato per il capo mafia anche un’auto e un appartamento.

Il presunto scagnozzo, è stato arrestato ieri dal Ros di Palermo a Tre Fontane, una località balneare del trapanese. In un provvedimento di 17 pagine, il gip smentisce le versioni date ai pm dal geometra di Campobello di Mazara. Bonafede è accusato, non di favoreggiamento, ma del più grave reato, cioè di associazione mafiosa. Secondo il gip: “Non è minimamente credibile che il latitante più ricercato d’Italia, si sia ad un certo momento affidato ad un soggetto occasionalmente incontrato, non affiliato e che non vedeva da moltissimi anni, per coprire la sua identità.”

L’accusa e il falso documento d’identità

Secondo gli inquirenti, Bonafede avrebbe ceduto al capomafia il proprio documento di identità affinché potesse metterci la sua fotografia. Il documento è stato per poter accedere sotto falso nome alle cure del servizio sanitario nazionale almeno a partire dal 13 novembre 2020, quando fu operato all’ospedale di Mazara del Vallo. Il boss ha anche avuto la possibilità di attivare una carta bancomat usata per sostenere le spese necessarie per il sostentamento durante la latitanza.

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Il prestanome ha acquistato, per conto del padrino, un appartamento con 20mila euro in contanti che Messina Denaro gli ha dato. Con questa strategia, Messina Denaro ha ottenuto la disponibilità di un appartamento intestato ad una persona che non dava sospetti, garantendosi un covo sicuro.

Le auto segrete del boss

Bonafede ha inoltre conferito anche la possibilità di disporre di due auto, una Fiat 500 e una Giulietta, con cui il capo poteva spostarsi indisturbatamente. Entrambe le auto, secondo i documenti ritrovarti nel covo ,sono state intestate formalmente alla madre disabile 87enne del geometra. Il concessionario che ha venduto le auto, ha dato conferma dei sospetti dopo aver riconosciuto il cliente dalle foto segnaletiche.

il fragile alibi del prestanome

Il gip smonta la difesa del geometra, che ha ammesso l’innegabile, come l’acquisito del covo. Bonafede però prova comunque a difendersi, sostenendo di aver incontrato Messina Denaro solo pochi mesi fa. Ma a smentire tutto ciò, c’è il falso documento di identità stesso. Le intestazioni del documento risalgono almeno al 2020. Le forze dell’ordine intanto proseguono le ricerche. Nella casa a Campobello di Mazara, sono stati trovati anche vestiti femminili, la procura continua le indagine, ora è sulle piste di una possibile amante.

Sara Ianniello

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