Ceta, l’accordo di libero scambio a tutela delle IGP italiane

Il Ceta, l’accordo di libero scambio tra UE e Canada, si pone l’obiettivo di tutelare le eccellenze italiane. Ma è davvero così?

Il Ceta, Comprehensive Economic and Trade Agreement, è l’accordo di libero scambio tra Canada e Unione Europea entrato in vigore in via provvisoria lo scorso settembre. L’accordo prevede l’abbattimento dei dazi sull’import/export tra l’UE ed il paese nord americano. A prima vista si tratterebbe di un grande passo avanti, con un notevole incremento degli scambi commerciale ed il conseguente guadagno economico. Previsto, inoltre, la tutela di 41 (su oltre 240 totali) IGP italiane.

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In Italia il tema è controverso. Da sempre ostacolato da Coldiretti, adesso il Ceta sembra anche contrariare il governo giallo-verde con Di Maio e il ministro dell’agricoltura Centinaio.

Quali potrebbero essere le conseguenze del CETA?

Risulta innegabile il vantaggio che il CETA per le grandi aziende italiane nel poter esportare senza tassazioni i propri prodotti. Ma gran parte delle eccellenze italiane sono a livello locale e non fanno parte del grande mercato internazionale. Inoltre, se il Grana Padano (ad esempio) ed altri prodotti IGP potrebbero arrivare oltreoceano con più facilità, altrettanto facilmente le imitazioni potrebbero arrivare sui banchi dei supermercati. A quel punto sopraggiunge la concorrenza (sleale?), poiché sarebbe più facile trovare prodotti “equivalenti” ma a prezzi più contenuti.

Un altro tema cardine, è costituito dagli standard di sicurezza canadesi molto più permissivi rispetto a quelli europei. Il mercato canadese, infatti, è più aperto sull’utilizzo di fertilizzanti e insetticidi chimici. Per non parlare della grande diffusione degli ogm e delle aziende che li producono.

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Il governo italiano insieme agli altri membri dell’Unione, quindi, prende tempo sulla ratifica del CETA e, qualora dovesse essere respinto, l’attuale abbattimento dei dazi verrebbe annullato. Per questo il ministro Centinaio lascia uno spiraglio e dichiara: “Nessuno ha fretta di portare il Ceta in aula e quindi vogliamo capire con dati concreti se realmente il Ceta è vantaggioso per il nostro Paese, ad oggi ci sembra di no“.

Guido Isacco

Giornalista pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti-Sezione Campania. Appassionato di scienza, arte e attualità. Collaboratore presso ZON.it, per il quale cura principalmente la rubrica HealthZon.

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