Chernobyl, incendio radioattivo: la nube arriva sull’Italia
A rivelare il pericolo radioattivo per l’Italia proveniente da Chernobyl, è uno studio dell’IRSN francese. I livelli misurati, tuttavia, non sono pericolosi
Un nuovo pericolo incombe sull’Italia. Dopo la catastrofe nucleare del 1986, si ritorna a parlare della possibilità di emissioni radioattive provenienti da Chernobyl. La nube sprigionata dagli incendi in corso da qualche giorno vicino alla centrale nucleare della città, infatti, ha raggiunto la parte occidentale del continente, Italia compresa. I roghi, scoppiati tra il 7 e il 14 Aprile, sembravano domati ma nelle ultime ore il capo dei servizi di emergenza dell’Ucraina, Mykola Chechotkin, ha fatto sapere che si erano riaccesi in tre punti a causa del forte vento.
Circa mille vigili del fuoco sono impegnati nello spegnimento delle fiamme. Il tasso di radioattività sprigionato dal polo, nonostante tutto, non sarebbe pericoloso. A rivelarlo è uno studio del centro di ricerca francese ISRN. Secondo quest’ultimo, infatti, la radioattività rimossa da incendi sarebbe “dell’ordine di 200 GBq 5 rilasciati tra il 3 aprile 2020 alle 12:00 e il 13 aprile 2020 alle 12:00.”
“Le simulazioni effettuate mostrano un buon accordo tra le misurazioni fornite dagli ucraini e il risultati di modellazione. Su questa base, le simulazioni ISRN indicano che le masse d’aria provenienti dall’area degli incendi verificatisi il 5 e 6 Aprile sono stati in grado di raggiungere la Francia la sera del 7 aprile 2020. Le condizioni meteorologiche prevalenti fino al 14 aprile hanno favorito il trasporto di masse d’aria. Queste provengono dall’area di questi scarichi in Bielorussia, Ucraina meridionale, Romania orientale e Bulgaria. Le masse d’aria hanno raggiunto con concentrazoni più basse i Balcani e l’Italia, ma non la Francia.” ha poi concluso lo stesso studio.
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