L’autopsia sul corpo di Chris Cornell ha mostrato come i farmaci assunti dal cantante poco prima dell’ultimo concerto non avrebbero influito sulla decisione di porre fine alla sua vita
[ads1] Quando una persona cara decide di
togliersi la vita, gli interrogativi per chi resta sono tanti e, anche in casi in cui chi ha scelto di lasciare famiglia e affetti spiegandone le motivazioni, il
suicidio rimane sempre uno dei gesti più incomprensibili che un essere umano possa compiere. La famiglia di
Chris Cornell cercava una spiegazione, sperava che gli esami condotti sul corpo del cantante potessero chiarire le
motivazioni che lo hanno portato a
togliersi la vita. E invece…. Il cantante dei
Soundgarden venne trovato
morto nella stanza che occupava all’MGM Grand Casino Hotel a Detroit il
18 maggio, poche ore dopo il suo ultimo concerto, ma gli esami tossicologici, i cui risultati sono stati resi noti solo pochi giorni fa, mostrano come i sedativi e gli ansiolitici assunti da
Chris Cornell la notte del suicidio non abbiano contribuito a provocarne in decesso.
L’autopsia
La
moglie di Cornell,
Vicky, aveva sperato che l’esame tossicologico potesse provare in qualche modo la correlazione tra i farmaci assunti dal marito e la decisione di impiccarsi, ma i medici che sono stati interpellati per esaminare il referto hanno dato parere contrario.
Daryl Davies, professore di farmacologia clinica alla Usc School of pharmacy, intervistato in merito alla vicenda
ha dichiarato che
“le droghe generano una combinazione di alti e bassi, quando si prende quel mix di farmaci, si può avere sonnolenza o essere disorientati, ma non risulta ci si voglia impiccare”. Nel corpo di Chris Cornell l’autopsia ha rilevato la presenza di
barbiturici,
caffeina e
lorazepam, un farmaco utilizzato per alleviare gli stati d’ansia, ma secondo il dottor Théodore Brown, assistente di medicina legale di Wayne County
“Questi farmaci non hanno contribuito alla causa della morte” .