I Coldplay brillano nel panorama musicale mondiale con il loro nuovo album “Music of the spheres”, uscito il 15 ottobre. Non sembrano così lontani i tempi in cui un giovanissimo Chris Martin intonava le note della bellissima “Yellow”, secondo estratto dal primo album in studio Parachutes.
Correva l’anno 2000 e l’amore della band britannica per le stelle, per l’universo e per la bellezza iridescente della vita sembrava venire già al mondo.
Music of Spheres: quindicesimo capolavoro dei Coldplay
Fa sorridere pensare che, quasi per ironia della sorte, “Music of the Sphears” non sia altro che il quindicesimo capolavoro dei Coldplay, i quali vantano un’ampia e ricca discografia:
Album dal vivo
2003 – Live 2003
2009 – LeftRightLeftRightLeft
2012 – Live 2012
2014 – Ghost Stories Live 2014
2018 – Live in Buenos Aires
2018 – Love in Tokyo
Album in studio
2000 – Parachutes
2002 – A Rush of Blood to the Head
2005 – X&Y
2008 – Viva la vida or Death and All His Friends
2011 – Mylo Xyloto
2014 – Ghost Stories
2015 – A Head Full of Dreams
2019 – Everyday Life
2021 – Music of the Spheres
Music of the Spheres: “Ognuno è alieno da qualche parte”
Il quindicesimo album dei Coldplay uscito, per l’appunto, il 15 ottobre 2021, sembra un sogno ad occhi aperti. La band annuncia la notizia pubblicando un biglietto coloratissimo e scritto a mano su Instagram, dove vanta ben 13,7 milioni di follower: grafiche colorate e simboli affascinanti conquistano i loro seguaci.
L’arrivo di “Music of The Spheres” è magico, magnetico e profuma di mondi altri. Nel post scritto dal gruppo, infatti, c’è anche un ulteriore elemento collegato al mondo sci-fi racchiuso nella frase
“Everyone Is An Alien Somewhere” (Ognuno è alieno da qualche parte)
Gli alieni siamo noi ogni volta che ci sentiamo protetti nel nostro “universo”. Gli alieni siamo noi quando la società parla ed andiamo oltre qualsiasi pregiudizio e luogo comune. L’album invita a non sentirsi sbagliati, fa comprendere che va bene sentirsi a casa e nello stesso tempo percepirsi in un’altra galassia nel giro di un nano secondo. La realtà non è una sola ma ci sono, infatti, milioni e miliardi di mondi che si generano nel nostro immaginario e nelle nostre costellazioni interiori.
Il nuovo LP dei Coldplay presenta una tracklist composta non soltanto da titoli ma anche da emoji:
1. ?
2. Higher Power
3. Humankind
4. ✨
5. Let Somebody Go
6. ❤️
7. People Of The Pride
8. Biutyful
9. ?
10. My Universe
11. ♾️
12. Coloratura
–La prima traccia dell’album è davvero magnetica. Durante l’ascolto i brividi abbracciano ogni parte del corpo e sembra di viaggiare in una dimensione ultraterrena e metafisica. Questa intro, che simbolicamente rimanda ad un pianeta, avvolge, sorprende e commuove. Non siamo più sulla terra, stiamo volando in un’altra galassia e i battiti del cuore ci conducono immediatamente alla seconda traccia dell’album.
-La seconda canzone di questo “viaggio nell’iperuranio” si chiama “Higher Power” e significa “potenza superiore”: una scia che profuma di dolcezza, un viaggio atipico nell’universo dei nostri occhi, l’energia che si risveglia ogni volta che la vita ci mette a dura prova. La canzone parla di una profonda curiosità nei confronti di una persona. Percezioni karmiche e legami che vanno oltre i corpi ricalcano le menti dei protagonisti del brano. Due vite separate, due solitudini che si fondono nel respiro di un attimo:
“…Perché hai un potere superiore
Mi fai cantare ogni secondo
Ballare ogni ora
Oh sì
Tu hai un potere superiore
E tu sei davvero qualcuno
Che voglio conoscere.”
Un’incomunicabilità di fondo che prende forma e sostanza soltanto nella gestualità celata, nel suono prodotto da due mani che si intrecciano, anche da lontano:
“…Le mie mani in alto, che si muovono solo per farti sapere che
Tu hai un potere superiore…”
In nome dell’amore e del romanticismo si superano gli oceani del tempo e si frantuma qualsiasi dolore. Si è pronti, finalmente, a risalire dagli abissi per poter baciare infintamente la superficie dell’acqua, la verità suprema ed indiscussa. Ci si spezza per poter restare a galla e ascoltare il proprio cuore senza fingere e senza auto-sabotarsi:
“..Per così tanto tempo
Sono stato in ginocchio
Per la tua canzone d’amore
Mi fa restare a galla oh..”
–La terza traccia dell’album si chiama Humankind e significa Umanità. Molto probabilmente è una delle canzoni più controverse dell’album. Il nostro corpo è una macchina umana, noi siamo progettati così:
“…Lo so, lo so, lo so
Come siamo progettati, sì
Oh lo so, lo so, lo so
Siamo solo umani
Ma da un altro pianeta
Eppure ci chiamano Umanità…”
Il termine umanità deriva dal lat. Dal lat. humanĭtas –atis e si riferisce, per definizione, a tutti coloro che vivono sul pianeta Terra. Il senso di appartenenza si fa largo nelle nostre anime, i nostri occhi si bagnano nel momento in cui percepiamo la gentilezza. I neuroni specchio abbracciano i nostri sensi. Noi, esseri umani molto spesso alieni. Noi, esseri umani molto spesso incompresi. Noi, esseri umani molto spesso incasellati in dogmi e pregiudizi. Noi, semplicemente fatti di carne, ossa, sangue ed emozioni:
“…Oggi ho avuto la cosa più strana
Sento di appartenere
Prima stavo morendo
Lo sento dentro, ora sto volando…”
Spesso, presi dalla frenesia delle nostre giornate, ci dimentichiamo che i nostri atri e ventricoli lavorano per noi. I battiti cullano sempre il plasma ma noi, a volte, non ci rendiamo conto di questo maremoto interno che accarezza la nostra composizione corporea. Poi, improvvisamente, accade qualcosa di inaspettato e noi ci accorgiamo, tutto d’un tratto, di essere vivi e di sentire:
“…Il mio cuore ha iniziato a brillare
Lo sento dentro, scorre…”
-La quarta traccia dell’album è composta da sola musica e riesce a scavare e a riprodurre la melodia dei nostri pensieri più profondi, delle fiamme gemelle che hanno abbracciato le nostre vite. Ricorda l’oceano, ha il sapore della perdizione che solo dinnanzi all’ignoto e al binomio vita/morte si può provare.
-La quinta traccia dell’album si intitola Let Somebody Go e significa “Lascia andare qualcuno”. La canzone parla di un amore finito e di una persona che, invece, resta incastonata per sempre nei meandri più reconditi dell’anima:
“…Abbiamo avuto una specie di amore
Pensavo che non sarebbe mai finito
Oh mia amante, oh mia altro, oh mia amica..”
Un amore viscerale e profondo, un amore che sa di luna, di stelle e di eternità:
“…Abbiamo parlato in giro e
Abbiamo parlato in giro e poi
Ti ho amata fino alla luna e nel ritorno..”
Un amore che sa di conversazioni, di parole e di premura. Tutte i litigi, tutte le lotte per stare insieme alla fine vengono vanificati in un attimo:
“…Tutte le tempeste a cui abbiamo resistito
Tutto quello che abbiamo passato
Ora senza di te, cosa diavolo devo fare?”
C’è la disperazione per la perdita della propria “fiamma gemella”. L’amore è una combinazione strana e, per assurdo, l’intensità del sentimento è sempre proporzionale allo strazio che si prova per la fine del sentimento tanto decantato precedentemente:
“Quando ho chiamato i matematici e
Ho chiesto loro di spiegare
Hanno detto che l’amore è uguale solo al dolore…”
-La sesta traccia dell’album è decodificata da un cuoricino. La canzone, il cui titolo effettivo è Human Heart parla della sensibilità racchiusa all’interno di ogni singola persona. Abbiamo un solo cuore, un cuore soltanto. Un cuore che gioisce fino allo stremo, un cuore che soffre fino a spezzarsi e che, a volte , smette persino di battere nel nostro petto:
“Il mio cuore umano
Ho solo un cuore umano
Vorrei che non scappasse
Vorrei che non cadesse a pezzi…”
Notte e giorno si confondono, buio e luce si susseguono e scorrono veloci, nella nostra umanità:
“Oh mio cuore umano
Notte e giorno e luce e buio
Ogni giorno potrebbe essere strappato a metà
Ho solo un cuore umano…”
–La settima traccia dell’album si chiama People of Pride. Il tono della canzone è particolarmente energico e motivante e parla, in modo trasparente e sensibile, dell’amore che va oltre ogni convenzione, oltre ogni sesso, oltre ogni dogma. Vi è un chiaro riferimento al Pride, a coloro che lottano per i propri diritti e per le proprie idee, a coloro che scardinano l’eccessiva differenziazione tra uomo e donna:
“…Ancora il mio cuore che batte
Saremo tutti liberi di innamorarci
Con chi vogliamo e diciamo
Yeah Yeah)
Sì (Sì) ooh ooh
Yeah Yeah)
Gente dell’orgoglio
Andare!…”
-L’ottava traccia dell’album si chiama Biutyful e parla di un amore delicato e potente, un amore sano che si basa sulla totale e incondizionata realizzazione dell’altro:
“Tutto quello che so è che ti amo così tanto
Spero che tu ottenga tutto ciò che desideri in questa vita ricca…”
La sensazione di aver incontrato lei, la persona giusta, l’amore della propria vita:
“E mi sento come se un fiume fosse finalmente arrivato in mare…”
-La nona traccia è introduce la decima canzone dell’album che è, appunto, My Universe.
–La decima canzone dell’album è quindi, “My Universe”. Il brano parla di un amore così totalizzante da assumere le sfumature di un Universo intero:
“Tu (tu), tu sei (sei) il mio universo
E io (io), voglio solo (voglio solo) metterti al primo posto
Tu (tu), tu sei (sei) il mio universo, e io”
Tutta la luce è contenuta negli occhi della persona amata:
“Nella notte, mento e ti guardo
Quando arriva il mattino, ti guardo alzarti
C’è un paradiso che loro non possono catturare
Quell’infinito luminoso dentro i tuoi occhi…”
Molto probabilmente la canzone parla di un sentimento platonico e non vissuto. Nel testo vi è un palese riferimento a due persone che riescono ad amarsi soltanto attraverso i sorrisi immaginati e ricalcati nella propria interiorità:
“L’oscurità era più comoda per me
All’interno delle lunghe ombre (Occhi)
E hanno detto che non possiamo stare insieme
Perché, perché veniamo da parti diverse…”
Passare dall’oscurità alla luce è sempre un processo doloroso ma ciò che si prova alla fine è qualcosa di impagabile:
“Le stelle sono ricamate con il tuo amore
Nel mio universo, tu
Crei un altro mondo per me
Perché tu sei le mie stelle e il mio universo
Queste difficoltà sono solo temporanee
Brilla sempre come fai sempre…”
L’undicesima canzone dell’album, contrassegnata con il segno dell’infinito, è un brano instrumental che precede la dodicesima ed ultima canzone dell’album.
-La dodicesima canzone dell’album si chiama si chiama “Coloratura”. Nell’ascoltare questa canzone si prova un senso di leggerezza assurdo, un’emozione scoppiettante e fantastica. Tutto ciò che possiamo fare è immaginare una persona, ricalcare il suo viso nelle nostre connessioni neurali e guardare i suoi occhi:
“Coloratura
Il posto che abbiamo sognato
Le melodie dentro di te e l’amore si riversano fuori
E tutti sono ammessi
Siamo piumati dalla folla…”
Nella pazzia dell’universo, in un mondo di costrizioni ed autolimitazioni siamo nel buio di una stanza. Delle mani ci sfiorano. Ci sentiamo, finalmente, liberi:
“In questo mondo pazzo, lo faccio
voglio solo te…”
I Coldplay, con questo album, non hanno fatto altro che confermare tutto il loro talento. Music of the Spheres è un viaggio alchemico per spiriti pazzi, buoni e sognanti.
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