Mettendo i conti depositi a confronto si ha l’opportunità di verificare le soluzioni più convenienti capaci di offrire entrate economiche di tutto rispetto. Il conto deposito si differenzia, proprio per questo motivo, rispetto al conto corrente classico, che oltre a non prevedere dei tassi di interesse si contraddistingue per costi di gestione che, con il trascorrere del tempo, si possono rivelare piuttosto elevati. Il conto deposito permette di evitare questi inconvenienti, e assicura un rendimento certo a coloro che intendono investire una parte del proprio patrimonio.
La finalità è il discrimine tra un conto deposito e un conto corrente: il primo ha lo scopo di garantire a chi lo apre un rendimento il più possibile elevato rispetto alla somma che è stata depositata. Il vantaggio più significativo di cui si può usufruire ponendo vari conti deposito a confronto è rappresentato dal fatto che si sa già in anticipo qual è il tasso di interesse di cui si potrà godere nel corso del tempo: insomma, nessun imprevisto e nessuna sorpresa in negativo, a beneficio dei risparmiatori che hanno l’occasione di dormire sonni tranquilli senza aver il dubbio di avere messo a repentaglio i propri guadagni. Le spese di gestione di un conto deposito sono pari a zero, a meno che l’imposta di bollo non venga fatta pagare al cliente: ma anche in quel caso si tratta solo del due per mille della somma depositata.
Nel momento in cui si valutano i conti deposito, è bene tener presente che i conti deposito vincolati assicurano sì dei rendimenti più elevati ma obbligano i titolari a tenere i soldi sul conto per un certo periodo di tempo. Il denaro giacente, in altri termini, non può essere ritirato prima della scadenza stabilità dal vincolo stesso.
Si immagini, per esempio, di disporre di un capitale di 60mila euro che è fermo sul conto corrente e che non è stato investito in nessun strumento finanziario. La paura che investire in Borsa si possa rivelare troppo rischioso è facilmente comprensibile, ma d’altro canto tenendo il denaro fermo sul conto non solo non si usufruisce di alcuna rendita, ma si va in perdita, a causa del pagamento del canone mensile correlato alla gestione del conto.
Nel caso in cui quel denaro venisse riversato – anche solo parzialmente – su un conto deposito, se ne potrebbe ricavare un guadagno concreto. Magari si potrebbe pensare di lasciare sul conto corrente 10mila euro, per far fronte alle spese correnti, e destinare i rimanenti 50mila al conto deposito: un tasso di interesse pari all’1.5% potrebbe assicurare nel giro di un anno ben 750 euro, a cui si aggiungerebbero gli oltre 760 euro del secondo anno, gli oltre 770 euro del terzo anno, eccetera. In tre anni, un guadagno di circa 2mila euro.
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