Corbyn pensa a un secondo referendum su Brexit

Il leader Jeremy Corbyn potrebbe cedere alle pressioni che arrivano da più parti nel partito, che vorrebbero un secondo referendum su Brexit

Durante la conferenza annuale del Labour Party, tenutasi a Liverpool, è stato affrontato anche il tema di un nuovo referendum su Brexit, dopo che il sindaco di Londra S. Kahn aveva dato voce a coloro che chiedono di rivotare. 

I negoziati sulla Brexit si sono arenati, ponendo gravi rischi per il governo di Theresa May, e si fa sempre più concreta l’ipotesi di un no deal. Proprio a causa di ciò, il fronte di coloro che chiedono di votare nuovamente, capitanato da Jeremy Corbyn, è tornato a farsi sentire.

Durante la conferenza, dunque, i delegati del partito laburista hanno approvato una mozione che prevede di chiedere una seconda consultazione, pur rimanendo prioritaria la richiesta di elezioni politiche anticipate (priorità dei laburisti, allo stato attuale). 

Più in concreto, la mozione prevede che il Labour voterà in Parlamento contro un eventuale accordo di basso profilo con l’Unione, se il governo May dovesse chiudere in tal senso i negoziati. Ma, in caso di bocciatura dell’esecutivo in carica, la sinistra britannica farà partire prima di tutto la richiesta di voto anticipato (la via di gran lunga preferita da Corbyn), proponendo il referendum solo in seconda battuta. 

Rimane però ovviamente in campo, seppur ormai solo in linea teorica, la possibilità che i laburisti approvino l’accordo finale, se questi rispetterà le sei condizioni poste da loro all’inizio dei negoziati, come dal esempio il rispetto delle tutele dei lavoratori britannici ai livelli attuali e un mantenimento del “pieno accesso” ai mercati europei. 

L’ultima parola sulla Brexit, quindi, potrebbe essere ancora non detta; difficilmente, però, la May riuscirà a conservare la leadership del partito e del governo senza evitare strappi.