Decreto sul Coronavirus: la Farnesina chiarisce i punti “fumosi”
Una circolare della Farnesina chiarisce i punti “fumosi” del Decreto 8 Marzo sul Coronavirus sulle “comprovate esigenze lavorative “
Con un decreto emanato nella notte tra sabato 7 e domenica 8 Marzo, il Governo italiano ha stabilito la “chiusura” della città di Milano e di altre 14 Province sul territorio del Nord Italia, inibendo qualsiasi spostamento in entrata e in uscita presso le così individuate “zone di sicurezza”, per evitare la diffusione del Coronavirus.
Questo divieto, però, cade di fronte a comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità. Quali sono? La risposta a questo quesito la possiamo trovare in una circolare diramata dalla Farnesina nel pomeriggio di ieri.
Il Ministero degli Esteri chiarisce che “i transfrontalieri potranno entrare e uscire dai territori per andare a lavoro e tornare a casa. Gli interessati potranno provare il motivo dello spostamento lavorativo con qualsiasi mezzo, inclusa una dichiarazione da rendere alle forze di polizia in caso di controlli”
E per tutti gli altri? Non è ancora chiaro come essi potranno comprovare la necessità di spostarsi dalle zone di sicurezza: si ipotizza una lettera del datore di lavoro, o un certificato medico (quest’ultimo nel caso si tratti di comprovate esigenze personali o di salute).
Per quanto invece concerne il trasporto di merci, la circolare del Ministero degli Esteri riporta che:
“Il trasporto delle merci è considerato un’esigenza lavorativa (…) Il personale che conduce i mezzi di trasporto può dunque entrare e uscire dai territori interessati e spostarsi all’interno degli stessi limitatamente alle esigenze di consegna e prelievo delle merci”.
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