Il lockdown dovuto alla pandemia da coronavirus ha avuto molteplici impatti negativi sulla vita delle persone. Da un lato, gli aspetti economici causati dalla chiusura delle attività commerciali, dall’altro gli aspetti psicologici delle persone costrette in casa. Tra questi, un’attenzione particolare è stata rivolta ai bambini ed agli adolescenti che improvvisamente si sono ritrovati a non poter svolgere molte delle loro consuete attività. Per questo motivo, l’Istituto Gaslini di Genova ha condotto un’indagine volta appunto a valutare l’impatto sulla psiche dei soggetti in questa fascia d’età.
Tramite un questionario somministrato mediante la piattaforma Google Form, completamente anonimo, molte famiglie con minorenni a carico hanno potuto raccontare l’esperienza vissuta dai propri figli. Il test ha avuto un notevole successo in quanto hanno aderito, nelle due settimane successive al lockdown, 6800 soggetti da tutta Italia, di cui 3245 hanno dichiarato di avere figli a carico. I risultati sono stati poi consegnati al Ministero della Salute.
Stando ai risultati ottenuti dal test, il lockdown da coronavirus ha causato notevoli disagi tra i bambini al di sotto dei 6 anni e soprattutto nei ragazzi fino ai 18 anni. In particolare, il 65% dei bambini fino a 6 anni, ha manifestato disturbi comportamentali come irritabilità, disturbi del sonno, inquietudine e ansia da separazione. Gli stessi problemi sono stati riscontrati nel 71% degli adolescenti fino ai 18 anni.
In quest’ultima fascia di età, entrando nel dettaglio, la maggior parte dei sintomi riguardava la sfera somatica, quali ansia, senso di mancanza d’aria e disturbi del sonno. Infatti, molti giovani adolescenti riscontravano difficoltà nell’addormentamento e nel risveglio al mattino per le lezioni telematiche, con conseguente irritabilità, instabilità emotiva e repentini cambiamenti d’umore. Gli studiosi hanno paragonato questo effetto a quello dovuto al jet leg.
Ad aggravare questo fenomeno già molto importante, anche il comportamento dei genitori. Molti di loro, infatti, hanno iniziato ad avvertire senso di malessere a causa proprio dei familiari: vivendo in un ambiente non solo chiuso, ma anche teso in cui regna ansia, agitazione per il futuro e paura per il virus, anche i più piccoli hanno iniziato a manifestare gli stessi sintomi.
Sebbene adesso sia necessario convivere con il coronavirus, si sta pian piano ritornando alla normalità. La ripresa delle proprie abitudini costituirà senz’altro un tassello importante per la ripartenza non solo dei Paese, ma anche dei singoli. Per quanto riguarda i più giovani, sarà di fondamentale importanza il ritorno a scuola, per favorire di nuovo la ripresa dei rapporti interpersonali e sociali, imprescindibili per la corretta crescita emotiva degli adulti di domani.
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