La pandemia da Coronavirus sta mettendo a dura prova anche le relazioni internazionali dell’occidente con la Cina. Sempre più capi politici, con l’attenuarsi in parte dei contagi e viste le ripercussioni economiche che già si sono verificate, hanno iniziato a fare pressioni su Pechino sul modo in cui è stata spiegata inizialmente l’epidemia. Dopo gli Usa, è da Londra che arrivano segnali di accusa verso la Cina.
Il ministro della Difesa britannico Ben Wallace, alla radio Lbc ha sottolineato: “I cinesi hanno molte domande a cui rispondere per la velocità con cui hanno informato il mondo della crisi”.
“Il momento dell’esame autoptico su quello che è successo – dichiara Wallace – sarà quando avremo tutto sotto controllo e le nostre economie saranno tornate alla normalità. Ma la Cina deve essere trasparente sui propri successi come sui problemi in tema di epidemia.”
Wallace, inoltre, ha sottolineato come “Per Londra negli ultimi anni la Cina è diventata più assertiva”. Il ministro però non ha voluto commentare un documento che ha fatto molto discutere. Si tratta di un testo redatto dal Five Eyes, un rapporto frutto del lavoro di cinque intelligence congiunte dei paesi anglosassoni guidate dagli Stati Uniti che accusa Pechino di aver volontariamente nascosto o distrutto alcune prove sull’andamento della pandemia.
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